Gasolio alle stelle, l'autotrasporto: "Troppo caro, in molti chiuderanno"

A Ferrara il rincaro del carburante pesa sulle imprese per oltre nove milioni. L’allarme di Confartigianato "La crescita è del 20%. Margini di profitto praticamente azzerati. Il governo prenda provvedimenti"

Una stazione di servizio (foto Bp)

Una stazione di servizio (foto Bp)

Ferrara, 6 febbraio 2022 - Nell’arco dell’ultimo anno il prezzo alla pompa del gasolio per autotrazione è rincarato del 20,7%, con un impatto di maggiori costi, a livello nazionale, pari a 535 milioni di euro per le micro e piccole imprese dell’autotrasporto merci. Una batosta che si scarica interamente sui margini di profitto e sul valore aggiunto aziendale, considerato che i prezzi alla produzione nel trasporto merci, al terzo trimestre 2021, sono in calo dell’1,2% rispetto ad un anno prima. La proiezione arriva dal centro studi di Confartigianato che, a livello provinciale, stima un aumento di costi quantificabile in nove milioni di euro. Un salasso che va a erodere "le marginalità delle aziende in un settore in cui, storicamente, i guadagni sono già piuttosto esigui". A dirlo è Riccardo Mantovani, vice segretario di Confartigianato. In generale, il quadro tratteggiato dall’esponente dell’organizzazione datoriale sul comparto dei trasporti presenta tinte piuttosto fosche. "La questione energetica – riprende Mantovani – si aggiunge a problematiche storiche che attanagliano il comparto dei trasporti. Prima fra tutte quella legata al ‘dumping’ : l’esportazione di merci a prezzi molto più bassi di quelli praticati sul mercato interno o su un altro mercato in particolare da parte di autotrasportatori dell’Est Europeo". Negli anni, dati gli andamenti schizofrenici dei costi del gasolio, molte imprese ferraresi hanno investito per riconvertire il parco degli automezzi dalla nafta al metano. Se questa scelta, per un certo periodo di tempo, è stata vantaggiosa sotto il profilo dell’incidenza dei costi, ora non lo è più. Anzi.

"Se il prezzo del gasolio ha subito un innalzamento di almeno 20 punti percentuali – analizza il numero due di Confartigianato – il metano invece è pressoché raddoppiato. Per cui, le ditte che avevano fatto la riconversione dei mezzi optando per un’alimentazione alternativa, ora si trovano di fatto strozzate dalla morsa dei prezzi". Questo si riverbera negativamente su un sistema produttivo già fragile come quello ferrarese. Tanto che il rischio che paventa Mantovani è quello di trovarci con "molte aziende che, a fronte dell’azzeramento dei margini e dell’aumento dei costi energetici, decidano di fermarsi. Di chiudere". Dopo gli stop dovuti alla pandemia, ora si rischia di abbassare definitivamente la saracinesca a causa dell’impennata dei costi energetici. Numericamente, in provincia di Ferrara le aziende di trasporti sono tra le tre e le quattrocento. "Sono poche – osserva Mantovani – le imprese che hanno la disponibilità di tanti mezzi. Sono invece diverse le ditte monoveicolari o che dispongono di due o tre mezzi. Ed è sulle imprese economicamente meno stabili che si abbatte questa ulteriore scure". Come invertire il trend? "Occorrono misure, già invano sollecitate dall’associazione al Governo, riguardanti l’erogazione di crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni sia per il gas naturale liquefatto Lng – chiude Mantovani – al fine di controbilanciare gli effetti degli aumenti del gasolio e dare ossigeno agli autotrasportatori, per i quali la voce carburante grava per il 30% dei costi aziendali".