La storia dimenticata: incontro sul genocidio armeno

Domani alla Camera di Convegno la filosofa americana Siobhan Nash-Mashall e la scrittrice Antonia Arslan

La scrittrice Antonia Arslan. autrice de ‘La masseria delle allodole’

La scrittrice Antonia Arslan. autrice de ‘La masseria delle allodole’

Ferrara, 6 gennaio 2019 - Occasione unica e preziosa per riflettere sul secondo genocidio del Novecento, quello armeno, troppo spesso dimenticato assieme al primo, quello degli Herero in Namibia, l’incontro di domani, alle 17.30 in Camera di Commercio, con la scrittrice Antonia Arslan (autrice de ‘La masseria delle allodole’), la filosofa americana Siobhan Nash-Marshall e lo studioso Vittorio Robiati Bendaud. Al centro dell’appuntamento la presentazione del libro ‘I peccati dei padri. Negazionismo turco e genocidio armeno’ (Guerini editore), scritto da una delle più importanti voci della filosofia americana contemporanea. Docente di filosofia teoretica al Manhattanville College di New York, la pensatrice cattolica ha molto riflettuto su Aristotele, Boezio e Tommaso D’Aquino. Con una formazione che spazia dalla letteratura italiana al pensiero classico, dalla lingua armena alla cultura umanistica statunitense del XX Secolo, Nash-Marshall indaga cause, modalità ed effetti di un buco nero della storia: il massacro sistematico di un milione e 500mila armeni, 800mila cristiani assiri e 300mila cristiani greci del Ponto. Agli assassini, i Giovani Turchi, si unirono per calcoli geopolitici, bellici o di affinità ideologiche, la Germania (dalla seconda metà dell’Ottocento sino al genocidio del 1915), la Russia boscevica e le titubanze e le contraddizioni delle potenze occidentali. Il tutto sulla pelle di un’antica popolazione cristiana autoctona, già provata nei secoli dalla subalternità impostale dall’Islam che la governava (gli Arabi prima, gli Ottomani poi). A tutto ciò ha fatto seguito il negazionismo di Stato su cui si è costruita e sviluppata la Repubblica di Turchia attuale, come sostenuto dallo storico Taner Akçam, oggi fuorilegge per il governo di Erdogan. L’originalità del testo sta nelle riflessioni filosofiche per destrutturare, e così comprendere, il negazionismo, strutturale al genocidio e non accessorio. Non solo: la filosofia moderna, con un percorso accidentato che si snoda da Cartesio a Sorel, dagli idealisti tedeschi (Kant, Fichte, Schelling e Hegel), da Nietzsche a Marx, avrebbe fornito i rudimenti ideologici per l’opera genocidaria, sia da parte dei Giovani Turchi che lessero questi pensatori sia, ancor più, da parte dei sodali tedeschi. Che la filosofia moderna ponga dei problemi in relazione ai due principali genocidi del Novecento, quello armeno e quello ebraico, non è cosa nuova. Ecco quindi la tesi scomoda – che sta già facendo molto discutere negli Usa – di Nash-Marshall, che della filosofia ha fatto la sua ragion di vita. Interessanti le reazioni della nutrita comunità armena americana (circa un milione e mezzo di persone), dove il libro è divenuto in pochi mesi un best seller.