Genocidio armeno: l'ambasciata turca scrive al sindaco di Ferrara

Dopo lo spettacolo al teatro comunale sull'argomento. Il diplomatico: "Iniziativa controproducente". La replica di Fabbri: "Assolutamente inaccettabile"

La lettura sul genocidio armeno al Teatro comunale di Ferrara

La lettura sul genocidio armeno al Teatro comunale di Ferrara

Ferrara, 26 aprile 2021 - Il negazionismo turco sul genocidio armeno continua. Lo aveva detto Antonia Arslan in una recente intervista al Carlino e, la prova plastica, è arrivata nei giorni scorsi. Il teatro Comunale, in vista della giornata dedicata al ricordo del genocidio Armeno (perpetrato dall’impero Ottomano), ha organizzato il dialogo tra Antonia Arslan, una delle scrittrici più lucide nella denuncia di quella tragedia, il saggista Vittorio Robiati Bendaud e le letture del direttore del Comunale Moni Ovadia.

Diffusasi la notizia, l’ambasciatore turco Murat Salim Esenli ha preso carta e penna e ha scritto una lettera indirizzata al sindaco di Ferrara Alan Fabbri. La richiesta contenuta nella missiva è quella di «riconsiderare la posizione» sul tema e sull'evento, bollando il genocidio come una «questione di controversia storica tra turchi e armeni». «Sebbene siano passati più di cento anni – si legge nella lettera – le tragiche conseguenze della Prima Guerra Mondiale, sono ancora oggi rilevanti come questioni di controversia storica tra turchi e armeni, che fino ad allora avevano goduto di otto secoli di pacifica convivenza».

L’ambasciatore Esenli spiega che «la Turchia non nega le sofferenze degli armeni durante la Prima Guerra Mondiale. Ciò a cui ci opponiamo è presentare gli eventi del 1915 come un genocidio perpetrato da una parte contro l’altra. La realtà è più complessa». Dunque la narrazione turca, vorrebbe gli armeni vittima delle conseguenze del primo conflitto mondiale. E qui si arriva alla conclusione della missiva. «Qualsiasi iniziativa realizzata in paesi terzi, volta a interpretare la storia sulla base di opinioni o accuse unilaterali, è controproducente». Di qui la richiesta di riconsiderare «la sua posizione (del sindaco, ndr) riguardo all’ospitare un evento così unilaterale e modellato unicamente attorno alla narrativa armena».

Di tutta risposta, il primo cittadino ferrarese, definisce i contenuti della lettera «assolutamente inaccettabili». Idealmente, «rispondo alle parole dell'ambasciatore turco con i fatti: intendo promuovere il percorso che vuole portare al riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan e a Taner Akçam, lo storico turco, esule, che ha dimostrato il genocidio armeno con prove raccolte nel suo libro da poco tradotto in italiano». Il sindaco della città estense, chiama in causa il presidente della Regione Stefano Bonaccini. «Invito inoltre il presidente Bonaccini a prendere posizione, contro ogni spinta negazionista – dice il sindaco - : dobbiamo essere uniti e granitici. Non possiamo permettere che la memoria venga offesa, né che iniziative democratiche, pacifiche, culturali organizzate in un luogo come il teatro, che è il tempio della libertà, subiscano tentativi di offuscamento da parte della 'diplomazia' di un Paese terzo, che certo non fa della democrazia il suo marchio distintivo».

«Giudico le parole dell'ambasciatore Salim Esenli – continua il sindaco - come un intollerabile tentativo di ingerenza nei confronti della libera, plurale e democratica programmazione culturale della nostra città e, quindi, come un'offesa ai valori che animano Ferrara, che ha combattuto per la libertà e per la democrazia». Vicinanza ad Antonia Arslan e al popolo Armeno e il plauso alla presa di posizione del premier Mario Draghi su Erdogan. «Alla intollerabile presa di posizione dell'ambasciatore – chiude il sindaco - rispondo rinnovando la mia stima e vicinanza ad Antonia Arslan e al popolo armeno. Bene ha fatto il premier Mario Draghi a definire 'dittatore’ il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: i toni assunti e le incursioni dei suoi diplomatici nella vita democratica della nostra grande Ferrara  non possono essere accettati. Quanto è accaduto, e la missiva che mi è giunta dall'Ambasciata ne è un ulteriore elemento,  mi auguro sia anche di monito a un'Europa che si è dimostrata troppo malleabile nei confronti del regime turco. Siamo e saremo sempre contro ogni regime e contro ogni negazionismo».