Giorgetti "Basell-Eni, ora l’accordo Il Petrolchimico è una priorità"

Parla il ministro dello Sviluppo Economico: "Le opportunità per il sito vanno attinte anche nella Zls"

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di Federico Di Bisceglie

Al tavolo incardinato al Mise da tempo si sta discutendo, tra parti sociali e aziende, il protocollo legato al Marghera dopo la chiusura del cracking. A che punto siamo?

"Il tavolo è e, mi auguro, sarà un’occasione di confronto periodico in questa fase di transizione – risponde il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti – . È nato per accompagnare passo passo questo percorso di trasformazione, che Versalis ha assicurato sarà realizzato garantendo la massima attenzione agli equilibri occupazionali. Su questo punto in particolare e su tutti i temi del settore questo governo è stato vigile e continueremo ad esserlo a prescindere dall’esito delle elezioni. Sono personalmente in contatto col sindaco Alan Fabbri che mi aggiorna periodicamente sulla situazione, non da ultimo sui danni che il polo chimico ha subìto ad agosto a causa del maltempo, attendiamo che l’iter per lo stato di emergenza arrivi a compimento, per disporre delle risorse necessarie a farvi fronte".

Ciò che preoccupa maggiormente i sindacati, è il contratto di fornitura tra Basell e Versalis in scadenza nel 2024. Che garanzie ci sono in questo senso sugli approvvigionamenti?

" L’accordo commerciale tra Basell e Versalis è fortemente auspicabile e abbiamo già sollecitato le aziende a procedere celermente in questa direzione".

Con la caduta del governo la discussione sulla Chimica si è fermata, cedendo il passo alla campagna elettorale. Per il prossimo esecutivo, qualora dovesse essere di centrodestra, la chimica figurerà tra le priorità?

"La chimica è una priorità per il Paese e lo dicono innanzitutto la storia che porta con sé e i numeri che esprime. È evidente che – in un momento come quello attuale – le scelte di politica industriale non possono prescindere da risposte concrete alla crisi energetica. Siamo, di fatto, in guerra, in una situazione emergenziale che aspetta risposte eccezionali. Molto è stato fatto ma non basta. Dunque dobbiamo usare ogni strumento a disposizione, compreso lo scostamento di bilancio in tempi brevi. Ho insistito anche all’ultimo Cdm affinché sia accelerato l’iter parlamentare per autorizzarlo. Proprio a Ferrara so che impianti si sono fermati, non possiamo permettere che questa situazione si protragga senza misure adeguate".

Il Petrolchimico di Ferrara è un’eccellenza nazionale e non solo nell’ambito della lavorazione dei polimeri e in quello della ricerca. Peraltro ci sono 132 ettari ancora disponibili per nuovi insediamenti industriali. E’ plausibile che il prossimo governo pensi a un piano di rilancio del sito industriale ferrarese?

"Auspicando una Lega di governo, è chiaro che il tema è centrale, nel più ampio contesto di una politica di rilancio industriale dell’intero Paese. È altrettanto chiaro che le scelte dovranno prima fare i conti con le risposte immediate che devono essere date al mondo delle imprese, oggi in grande sofferenza per gli effetti della congiuntura internazionale. Da qui i nostri continui solleciti, anche alle altre forze politiche, affinché la questione energetica sia affrontata con risorse immediatamente disponibili. Ciò premesso, le opportunità per il polo ferrarese dovranno essere anche attinte dalla Zona logistica semplificata, a cui il territorio partecipa per 61 ettari complessivi"

In ottica di transizione ecologica, ci sono spazi e risorse per una riconversione green degli impianti? Che tempi avrebbe questo processo?

"Siamo tutti per la tutela dell’ambiente e per le scelte sostenibili. Proprio al tavolo del Mise abbiamo definito il piano Eni nelle aree del petrolchimico e della bioraffineria prevede investimenti per oltre 500 milioni di euro per accelerare la transizione energetica e lo sviluppo della chimica da economia circolare. In generale, il piano Eni per la decarbonizzazione ha come orizzonte il 2025".

Il Comune di Ferrara sta elaborando, assieme all’azienda Ifm (tra i soggetti imprenditoriali d’eccellenza nel Polo) un progetto per limitare il prelievo di acqua dal Po, funzionale al ciclo produttivo. Servirebbero almeno 40 milioni di euro. Quale potrebbe essere la via più agevole per intercettare queste risorse?

"Il Pnrr stanzia 68,6 miliardi di euro su rivoluzione verde e transizione ecologica, è sicuramente uno strumento potente a cui attingere. Il progetto a cui fa riferimento rivela anche un aspetto a noi molto caro: la necessaria cooperazione con il privato nell’elaborazione delle soluzioni ai problemi e delle strategie di rilancio. L’iniziativa imprenditoriale può e deve essere a servizio del pubblico anche e soprattutto in questo campo e, come tale, deve essere sostenuta e valorizzata".