FRANCESCO FRANCHELLA
Cronaca

Giorgio Conte canta la vita e i suoi malintesi. Serata di note e ironia sul palco dello Spirito

Un successo lo spettacolo del cantautore, tra umorismo e malinconia. Un omaggio a Teo Ciavarella, pianista e amico del Gruppo dei 10 .

Un successo lo spettacolo del cantautore, tra umorismo e malinconia. Un omaggio a Teo Ciavarella, pianista e amico del Gruppo dei 10 .

Un successo lo spettacolo del cantautore, tra umorismo e malinconia. Un omaggio a Teo Ciavarella, pianista e amico del Gruppo dei 10 .

"Vi facciamo sentire una canzone che inserirei nella categoria ‘canzoni da pullman’. Più il coro è sgangherato, meglio è: noi ce la metteremo tutta". La verve umoristica con cui Giorgio Conte interpreta l’approccio alla musica è quasi spiazzante; conoscerlo attraverso una selezione del suo repertorio è determinante. Incede ombroso presentandosi, formazione al seguito, sul palco dello Spirito di Vigarano Mainarda, in una serata fredda e riflessiva, com’era quella di venerdì. Conte, voce e chitarra, Alessandro Nidi, pianoforte, Alberto Parone, batteria e basso vocale (strumento assai raro ed emozionante), Bati Bertolio, fisarmonica, pianoforte e vibrandoneon. Incede ombroso, dicevamo, con (finta) timidezza: forse per misurare la febbre della platea, subito accesa dopo un paio di canzoni. A discapito del titolo del concerto, ‘Prologhi & Canzoni’, l’inizio è tutta musica e poche parole. La band comincia con la sigla 20th Century Fox, quella col rullo di tamburi, che al cinema o in televisione hanno ascoltato tutti almeno una volta. È questo il tema: creare da subito un clima collettivo. Dati gli scopi, Giorgio Conte, in provincia di Ferrara, ha trovato pane per i suoi denti: un grande successo di pubblico, scriverebbero i bravi giornalisti. Il concerto consisteva nell’ultima data della stagione primaverile del Gruppo dei 10.

Il presidente dell’associazione musicale, Massimo Cavalleretti, ha introdotto la formazione, dedicando qualche parola alla memoria di un gigante della musica italiana, pianista jazz di rilevanza nazionale, compositore e amico del Gruppo dei 10, scomparso lo scorso 16 maggio: Teo Ciavarella, che giusto il 31 gennaio ha suonato a Vigarano, insieme ad Andrea Poltronieri, omaggiando Lucio Dalla ‘Tra Ferrara e la luna’. La malinconia del ricordo ha lasciato il posto all’unico modo per celebrare la personalità di Ciavarella: la musica. La musica di Giorgio Conte, preceduta sempre da brevi prologhi (appunto). Più opportuno, trattandosi di versi, sarebbe definirli proemi: nessuna invocazione alle muse però. Quella di Conte è un’invocazione alla vita e ai suoi malintesi. "Non so perché – ha detto – tutte le volte che si parla di me si tira in ballo la parentela: ‘Giorgio Conte, fratello del più noto Paolo…’. A un certo punto, mi sono rassegnato". Una rassegnazione tipica di quella ironia sabauda che lo contraddistingue e che contraddistingue il suo repertorio, da ‘Gnè, Gnè’ a J.M., campione di apnea e mangiatore seriale di aglio, fino alla Mongolfiera, storia di un uomo che si è liberato dalla sua ossessione: "Vorrebbe che sulla strada non ci fosse la sua Fiat 500, ma una mongolfiera con la porticina aperta: getti due sacchi di sabbia e voli via". Volare via, anche solo per un attimo: il regalo di Giorgio Conte per chi lo ascolta.