Ferrara, giovane suicida in cella: quattro indagati

Intanto per martedì è stata fissata l’autopsia sul corpo del ventinovenne morto nella notte del 31 agosto

La droga, i soldi e la pistola trovati dai carabinieri a disposizione del ventinovenne

La droga, i soldi e la pistola trovati dai carabinieri a disposizione del ventinovenne

Ferrara, 11 settembre 2021 - Primi sviluppi nell’inchiesta aperta dopo la morte di un ventinovenne di Cento, ventiquattro ore dopo essere entrato nel carcere di via Arginone. Ci sarebbero infatti già alcuni nomi iscritti nel registro degli indagati della Procura di Ferrara: quattro o cinque persone che nelle ore precedenti alla decisione del giovane di uccidersi, avrebbero avuto a che fare con lui. Le indagini, al momento, sono coordinate direttamente dal procuratore capo Andrea Garau, il quale ha disposto l’autopsia sul corpo del ventinovenne, la cui esecuzione sarebbe prevista per martedì prossimo. L’iscrizione nel registro degli indagati nasce anche come atto dovuto per permettere la partecipazione a un esame irripetibile come è quello autoptico, di coloro che un domani potrebbero essere accusati di negligenze che possono aver concorso alla decisione del giovane di farla finita. Si tratta, al momento, di ipotesi.

Il ventinovenne, che era residente a Pieve di Cento ma domiciliato nella città del Guercino, era stato arrestato dai carabinieri il 31 agosto scorso al termine di un’operazione antidroga. A seguito della perquisizione nell’abitazione dove viveva, scattata all’alba di quel giorno, era stato trovato in possesso di due involucri contenenti due chili di marijuana e 161 grammi di hashish, oltre a due bilancini di precisione. I militari in un secondo momento, al termine delle ricerche all’interno dell’abitazione avevano scoperto e sequestrato anche una pistola semiautomatica Tanfoglio calibro 9, corredata di 60 munizioni. Arma che poi è risultata essere stata rubata l’anno scorso in una casa del Bolognese. Infine i carabinieri hanno rinvenuto sedicimila euro in contanti, somma ritenuta provento dell’attività illecita.

Al termine degli accertamenti, il giovane era stato arrestato per la ricettazione dell’arma da fuoco, per il porto abusivo della stessa pistola e per l’ingente quantitativo di droga scoperto. Poi l’ingresso nel carcere di via Arginone in attesa, per il giorno successivo, dell’udienza di convalida. Udienza che non si è svolta perché il ventinovenne si è tolto la vita in cella, impiccandosi. I genitori – assistiti dall’avvocato Antonio De Rensis, che avrebbe dovuto seguire anche la vicenda dell’arresto – voglio no vederci chiaro e capire se tutto questo potevo essere evitato.