Girasoli rasi al suolo dalle oche selvatiche

Distrutti 40 ettari da centinaia di volatili. Confagricoltura: "Stop dell’esportazione da Ucraina e Russia, produzione strategica"

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di Mario Bovenzi

L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa. In pochi minuti sono finiti nel gozzo 40 ettari di girasoli che erano germogliati da pochi giorni. Nel mirino un’azienda agricola di Campotto (Argenta), lungo via Cardinala, strada che attraversa la campagna e che scorre fino alle soglie della provincia di Bologna. Gli autori del raid? Centinaia di oche selvatiche, ultima frontiere di una natura che vuole riprendere terreno. A lanciare l’sos Confagricoltura che senza mezzi termini denuncia: "Ci distruggono i raccolti". E chiede risposte per fermare i volatili. Una sorta di new entry, quella delle oche selvatiche, che va ad aggiungersi alle ormai famose nutrie, ai piccioni, nel monotono gracchiare delle cornacchie. "Da anni segnaliamo questo problema – sottolinea Paolo Cavalcoli, direttore di Confagricoltura – che con il passare del tempo diventa sempre più grave. In un momento in cui è necessario aumentare le produzioni, per via della mancata esportazione da Ucraina e Russia, e per il blocco o la forte limitazione alle esportazioni sancito da Kazakhistan, Serbia, Ungheria e India, le nostre coltivazioni sono minacciate da una fauna selvatica fuori controllo". L’associazione di categoria nella black list dei colpevoli mette pure lepri e fagiani. "Quello che chiediamo da tempo alla Regione è un piano di contenimento delle oche selvatiche, richiesta che ogni volta ci viene rifiutata". La questione riguarda, il raid dei giorni scorsi lo dimostra, principalmente il Mezzano e i territori del comune di Argenta. "Ma tocca anche altri areali – la mappa degli agricoltori – dove ci sono oasi, valli e corsi d’acqua". "Si tratta di una situazione che peggiora di anno in anno – sottolinea Mirco Graldi, direttore dell’azienda agricola Consorzio Bonifica Renana, tecnico nell’impresa dove si è verificata la devastazione –, le oche stanno diventando stanziali". Evidentemente hanno trovato un ricco menù e hanno chiuso le ali per mettere radici. "Le colture primaverili – il quadro di Graldi – vengono attaccate non appena hanno le foglie, questo provoca danni ingenti alla pianta, che spesso muore. Purtroppo i mezzi di dissuasione, sonora e visiva, hanno un’efficacia limitata. Gli animali si abituano e non si spaventano più. Ora dovremmo eliminare quel poco che è rimasto e seminare il sorgo, sperando che non faccia la stessa fine".