"Gli adeguamenti sugli stipendi gravano sulle imprese"

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"Le aziende, nell’erogazione del trattamento di fine rapporto, con questi adeguamenti al rialzo causati dall’inflazione, potrebbero avere grossi problemi". Riccardo Mantovani, vice segretario della Confartigianato allarga lo sguardo. Sì perché è vero che ha fatto notizia il rialzo di quasi nove punti percentuali, sui salari delle colf e delle badanti. Ma è altrettanto vero che saranno coinvolti tutti i lavoratori dipendenti. "Con i livelli inflattivi precedenti a questo periodo – illustra Mantovani – gli adeguamenti contrattuali, anche ai fini dell’erogazione del trattamento di fine rapporto, gli adeguamenti si aggiravano tra l’uno e il due per cento in più rispetto agli indici inflattivi. Attualmente, invece, le imprese sarebbero costrette a fare un adeguamento di almeno nove punti percentuali". Il che, in sostanza, significa che le imprese dovrebbero prevedere, in conto capitale, una cifra ben più alta di accantonamento dedicata alla corresponsione dei trattamenti di fine rapporto dei dipendenti. Esempio pratico. "Un dipendente che attualmente percepisce uno stipendio lordo di duemila euro al mese – così Mantovani – avrebbe un trattamento di fine rapporto più alto del 9% rispetto alla cifra che avrebbe percepito prima di questa spirale inflattiva letteralmente fuori controllo". Questo ha un duplice effetto. Al netto del provocare non pochi problemi, come detto, sotto il profilo della liquidità (specie nel medio e nel lungo periodo), i lavoratori vengono disincentivati all’utilizzo della previdenza integrativa. Con buona pace delle compagnie assicurative.

"In Italia – riprende ancora Mantovani – non c’è una larga propensione a utilizzare il Tfr per la previdenza integrativa. Ma, ora, a maggior ragione si frenerà ulteriormente questa tendenza. D’altra parte, ragionevolmente, in media un fondo di previdenza sottoscritto con una compagnia assicurativa rende al massimo il 3% all’anno. Tenere, invece, il Tfr in azienda, attualmente rende oltre il 9%". Scusate se è poco. Con questi presupposti, il numero due di Confartigianato prevede una stagione di rinnovi contrattuali "che porteranno gli attuali riconoscimenti economici a lievitare di almeno cinque punti percentuali". A ogni modo, conclude, "occorre che la spirale inflattiva rientri il prima possibile".

re. fe.