di Matilde Gravili  La città estense è ormai svuotata nell’ultima settimana di questo luglio rovente. Pochissime le persone in giro e, gli scarsi superstiti in città, sono alla ricerca di un po’ d’ombra e di fresco nei bar o nei centri commerciali. Le persone più a rischio, ovviamente, sono gli anziani, in costante pericolo di disidratazione o malori. Negli scorsi giorni, infatti, si è registrato un picco di accessi al pronto soccorso per insolazioni, svenimenti da caldo e malesseri causati da temperature che, di rado, sono state sotto ai 36 gradi. Gli anziani, però, non rinunciano a ritrovarsi nelle piazze per chiacchierare con i loro amici o prendersi un caffè mentre sfogliano il giornale, e quindi hanno dovuto trovare delle soluzioni di ‘sopravvivenza’ a temperature che poche volte hanno dovuto affrontare durante la loro vita: "Questo caldo mi ricorda l’estate del 2004 – dice Esther –, in cui mettevo i panni ad asciugare e dopo mezz’ora erano totalmente asciutti, quasi secchi. Io devo uscire, mio marito non c’è più e la spesa di certo non si fa da sola. La mia soluzione è uscire presto e fare i viali alberati perché lì fa sempre fresco. Dopo la spesa mi concedo un caffè, ma mai fuori dal bar dove non c’è l’aria condizionata, e poi torno a casa subito dopo. Se esco di nuovo è per farmi una passeggiata dopo il tramonto". Quasi tutti hanno l’aria condizionata, "ieri notte, però – puntualizza Maurizio – ha fatto molta fatica ad andare, sarà stato per il troppo caldo. Eppure ho un condizionatore del 2015, quasi di ultima generazione. Quando sono fuori, invece, cerco sempre di mettermi all’ombra o di stare nei bar con l’aria condizionata perché il caldo quasi non ti fa parlare. Magari vado a fare la spesa al Castello perché lì fa fresco e ci sono i divanetti per riposare". Non tutti, però, sono fan dei condizionatori: "Io ho in casa il cosiddetto ’Pinguino’, solo che dopo un po’ mi dà fastidio e lo spengo – afferma Pietro –. Cerco semplicemente di bere acqua e di non uscire durante le ore calde, magari esco la mattina presto per un caffè mentre leggo il giornale, faccio due chiacchiere con gli amici davanti al Duomo o al bar e poi torno a casa. Dobbiamo fare come in Messico, dove fa caldo come qua a Ferrara: vivere la vita più lentamente e con più ’sieste’, indossare i ’sombrero’ e aspettare che passi". C’è anche chi escogita trucchetti per rimanere idratato, come fa la signora Maria: "Io di mattina metto una bottiglia di acqua da due litri sul tavolo. Ogni tanto passo e ne bevo un po’ anche se noi vecchietti non abbiamo molta voglia di bere – dice scherzosamente –. Non sono una grande amante dell’acqua, dopo un po’ mi pesa berla, ma con questo caldo mi sforzo e quasi sempre finisco tutto il bottiglione. Magari ogni tanto ne lascio un po’, ma spesso son brava e la finisco tutta". Chi non ha i condizionatori dorme con le finestre aperte, incappando, però, in spiacevoli animaletti che ne approfittano per entrare nelle nostre case: "Il problema di Ferrara – racconta Mauro – non è solo il caldo, ma pure l’umidità e le zanzare. Dormire con le finestre aperte vuol dire accettare di passare la notte sveglia ad ammazzare zanzare, ma tanto o la passi così o comunque non dormi perché fa troppo caldo, quindi non cambia molto. L’altro giorno, poi, ho fatto l’errore di dimenticare una lampada accesa: sembrava di essere a un raduno di falene". Insomma, pur non rinunciando alle loro uscite, gli anziani cittadini di Ferrara si dimostrano responsabili e attenti alla loro salute, guardando comunque al futuro con la speranza di temperature più clementi.

Cronaca

di Matilde Gravili

La città estense è ormai svuotata nell’ultima settimana di questo luglio rovente. Pochissime le persone in giro e, gli scarsi superstiti in città, sono alla ricerca di un po’ d’ombra e di fresco nei bar o nei centri commerciali. Le persone più a rischio, ovviamente, sono gli anziani, in costante pericolo di disidratazione o malori. Negli scorsi giorni, infatti, si è registrato un picco di accessi al pronto soccorso per insolazioni, svenimenti da caldo e malesseri causati da temperature che, di rado, sono state sotto ai 36 gradi.
Gli anziani, però, non rinunciano a ritrovarsi nelle piazze per chiacchierare con i loro amici o prendersi un caffè mentre sfogliano il giornale, e quindi hanno dovuto trovare delle soluzioni di ‘sopravvivenza’ a temperature che poche volte hanno dovuto affrontare durante la loro vita: "Questo caldo mi ricorda l’estate del 2004 – dice Esther –, in cui mettevo i panni ad asciugare e dopo mezz’ora erano totalmente asciutti, quasi secchi. Io devo uscire, mio marito non c’è più e la spesa di certo non si fa da sola. La mia soluzione è uscire presto e fare i viali alberati perché lì fa sempre fresco. Dopo la spesa mi concedo un caffè, ma mai fuori dal bar dove non c’è l’aria condizionata, e poi torno a casa subito dopo. Se esco di nuovo è per farmi una passeggiata dopo il tramonto". Quasi tutti hanno l’aria condizionata, "ieri notte, però – puntualizza Maurizio – ha fatto molta fatica ad andare, sarà stato per il troppo caldo. Eppure ho un condizionatore del 2015, quasi di ultima generazione. Quando sono fuori, invece, cerco sempre di mettermi all’ombra o di stare nei bar con l’aria condizionata perché il caldo quasi non ti fa parlare. Magari vado a fare la spesa al Castello perché lì fa fresco e ci sono i divanetti per riposare". Non tutti, però, sono fan dei condizionatori: "Io ho in casa il cosiddetto ’Pinguino’, solo che dopo un po’ mi dà fastidio e lo spengo – afferma Pietro –. Cerco semplicemente di bere acqua e di non uscire durante le ore calde, magari esco la mattina presto per un caffè mentre leggo il giornale, faccio due chiacchiere con gli amici davanti al Duomo o al bar e poi torno a casa. Dobbiamo fare come in Messico, dove fa caldo come qua a Ferrara: vivere la vita più lentamente e con più ’sieste’, indossare i ’sombrero’ e aspettare che passi".
C’è anche chi escogita trucchetti per rimanere idratato, come fa la signora Maria: "Io di mattina metto una bottiglia di acqua da due litri sul tavolo. Ogni tanto passo e ne bevo un po’ anche se noi vecchietti non abbiamo molta voglia di bere – dice scherzosamente –. Non sono una grande amante dell’acqua, dopo un po’ mi pesa berla, ma con questo caldo mi sforzo e quasi sempre finisco tutto il bottiglione. Magari ogni tanto ne lascio un po’, ma spesso son brava e la finisco tutta".
Chi non ha i condizionatori dorme con le finestre aperte, incappando, però, in spiacevoli animaletti che ne approfittano per entrare nelle nostre case: "Il problema di Ferrara – racconta Mauro – non è solo il caldo, ma pure l’umidità e le zanzare. Dormire con le finestre aperte vuol dire accettare di passare la notte sveglia ad ammazzare zanzare, ma tanto o la passi così o comunque non dormi perché fa troppo caldo, quindi non cambia molto. L’altro giorno, poi, ho fatto l’errore di dimenticare una lampada accesa: sembrava di essere a un raduno di falene".
Insomma, pur non rinunciando alle loro uscite, gli anziani cittadini di Ferrara si dimostrano responsabili e attenti alla loro salute, guardando comunque al futuro con la speranza di temperature più clementi.

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