
Michele Placido: "Grande lavoro di squadra". Cancellato, FederCulture: "Grande dinamismo occupazionale"
La voce rotta dall’emozione di un artista è il tocco struggente che suggella una giornata di proposte. "Siamo una grande squadra, che ha lavorato tanto e continuerà a lavorare per la cultura di Ferrara". Michele Placido nell’immaginario collettivo è il commissario Corrado Cattani. Con la mano sulla fondina e il cuore nel senso dello Stato contro la criminalità organizzata. Fuori dalla fiction che ha fatto innamorare gli italiani degli anni ’80, è il presidente della fondazione Teatro Comunale di Ferrara. Il suo contributo ieri mattina agli Stati Generali della Cultura è stato senza dubbio il valore aggiunto in termini qualitativi, benché da remoto. L’evento comunque, articolato in diversi panel di approfondimento, è stato animato da interventi di spessore piuttosto elevato. La proposta più significativa arriva da Pier Carlo Barberis, durante il primo panel moderato dal capo della redazione del Carlino Ferrara, Cristiano Bendin. "La scelta di organizzare in questa città questo appuntamento – spiega – non è stata casuale. Il nostro obiettivo è fare di Ferrara la capitale del dibattito italiano sul lavoro culturale".
Sì, perché l’evento di ieri al Ridotto del Comunale aveva proprio questo come focus: la cultura del lavoro declinata sulle professioni degli addetti che ne compongono la lunga filiera nei diversi ambiti. "A livello nazionale – scandisce Andrea Cancellato, presidente FederCulture – si tratta di un settore che impiega 825mila lavoratori. E, fra l’altro, questa Regione registra un grande dinamismo occupazionale nella Cultura". A proposito di primati, Canellato porta l’Emilia-Romagna come esempio di "territorio nel quale sussiste un gran numero di Mecenati: l’Art Bonus, lo scorso anno, ha avuto un valore di 25 milioni". Dopo un saluto "al motore delle iniziative culturali di Ferrara, Vittorio Sgarbi", è il direttore di Confcommercio nonché vicepresidente di Ferrara Arte, Davide Urban, a scendere nel dettaglio dei numeri del comparto nel ferrarese ricordando l’impegno dell’associazione che ha appena costituito la branca ‘impresa cultura’. "Sul territorio – spiega Urban – sono ottomila le aziende attive nel settore culturale e, il valore aggiunto generato, è pari al 4,6%. A più ampio spettro, in Regione, i cittadini hanno una spesa pro-capite nell’ambito culturale superiore alla media nazionale. Spicca, in questo senso, la spesa per i festival, tra cui il Buskers che è un’eccellenza di Ferrara. Insomma, la cultura rappresenta una leva di sviluppo per il territorio". Non solo. Dopo un lungo excursus sulle iniziative intraprese dall’Emilia-Romagna per sostenere il settore, Simona Giuliano, responsabile dell’ufficio Sviluppo del settore musicale della Regione centra il punto. "Dopo la pandemia – dice – quello culturale è uno dei settori che è cresciuto di più anche in termini occupazionali, registrando un saldo positivo di quasi due punti percentuali. Per questo, come ente regionale, ci siamo attivati per sostenere le iniziative, le tante realtà che fanno cultura a partire dalle scuole, rafforzando contestualmente il rapporto fra istituzioni e terzo settore". Uno fra i temi più ricorrenti, è quello dell’inclusione. Ed è il presidente del Meis, Guido Ottolenghi, a fare l’intervento culturalmente più colto del panel spaziando da Dragonetti alle citazioni bibliche.
"La cultura – così Ottolenghi – è la scienza della convivenza, oltre a essere il luogo principe della libertà. Per cui, promuovere la cultura, destinare risorse, significa investire anche sulla coesione sociale". È la linea sulla quale s’innesta l’intervento della consigliera regionale del Pd, Marcella Zappaterra. "Nel 2023 – ricorda – la Regione ha destinato 68 milioni di euro per sostenere il comparto culturale. Noi riteniamo questo comparto strategico non solo per la coesione sociale e per la costruzione di una comunità, ma come asset di sviluppo: l’industria creativa è nevralgica, in particolare in una città come Ferrara". La platea è quella delle grandi occasioni: dagli industriali ferraresi (tra cui Riccardo Maiarelli), passando per Paolo Govoni (neo amministratore di Sipro), finendo con alcuni esponenti politici e delle professioni, tra cui Silvia Fabbri (che ha lavorato attivamente alla realizzazione dell’evento). È, in chiusura, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli a mettere a fuoco il punto di sintesi dell’evento. "In Francia, dopo gli stati generali, ci fu la rivoluzione – dice ironizzando sul tornante della storia che cambiò l’Occidente – : possiamo dire che noi, quella rivoluzione, abbiamo cercato di portarla avanti, nell’ambito culturale, fin dal nostro insediamento credendo fortemente nella strategicità di questo settore. Ferrara è un laboratorio di buone pratiche: la cultura del lavoro, del buon lavoro degli operatori del settore e in particolare per i giovani, passa dalla nostra città. Nell’anno dei trent’anni dal riconoscimento Unesco".