Gorino, Gianella: "Le barricate per respingere i profughi? Non siamo pentiti"

Uno dei protagonisti della protesta di Gorino: "Abbiamo difeso la nostra comunità"

Fausto Gianella

Fausto Gianella

Ferrara, 29 ottobre 2016 - «Nessun passo indietro e nemmeno un pentimento: non dobbiamo chiedere scusa proprio di nulla. Le barricate sono servite a difendere la nostra comunità da una requisizione ingiusta e sbagliata che avrebbe creato pesanti problemi. Le vergognose accuse di moralisti e benpensanti? Le respingiamo con forza ai mittenti». Fausto Gianella, una delle anime della protesta, non arretra dinnanzi alle spaventose onde di critiche che si sono abbattute su Gorino. Abituato alle (vere) tempeste di mare, non si lascia spaventare. E addirittura rilancia. «Ribellarsi a una imposizione assurda è stato per naturale - inizia -. Quell’ostello è l’unica struttura ricettiva nella zona, e serve anche per accogliere al mattino i piccoli quando fuori c’è freddo o brutto tempo. Non a caso, sono state proprio le nostre donne a iniziare le proteste in strada». Rimarca ancora una volta: «Nessuno ci ha informati su chi stava per arrivare. E non abbiamo mai visto quelle donne immigrate, e tantomeno quei bambini che poi infatti non esistevano». Rivela che nel pieno delle proteste si è tenuto un summit in un’azienda tra i presidenti delle principali cooperative locali e il sindaco. La definisce una «ristretta unità di crisi». E da quell’incontro è uscita la proposta «di ‘salvare’ l’ostello pagando addirittura l’hotel agli immigrati per prendere qualche giorno di tempo. Non è mai arrivata una risposta».

Gianella difende ‘addirittura’ il prefetto Tortora: «Non mi sento di colpevolizzare nessuno: si è creato un corto circuito totale. E anche lui si è trovato con enormi difficoltà da risolvere in poche ore, visto che tutti gli alberghi dei lidi si sono rifiutati di accogliere quegli immigrati. Detto questo, deve essere ben chiaro, ritengo che requisire una struttura sia sempre sbagliato». Conclude respingendo le pesanti accuse grandinate sulla gente del posto: «I veri razzisti sono quelli che, senza conoscere la situazione, ci hanno tentato di infangare con le peggiori nefandezze. Nella zona vivono e lavorano tanti stranieri, non è mai capitato alcun episodio d’intolleranza. Eppure in troppi ci hanno offeso in ogni modo, tentato di etichettare politicamente. Ma noi siamo semplicemente cittadini che hanno reagito a un sopruso. Il sindaco? Non si è mai dissociato dai cittadini nelle strade».

Intanto le camere dell’ostello sono state ‘restituite’ ai gestori. «Finalmente: era ora», tira un sospito di sollievo Sanela Nikolic. È arrivata nel nostro Paese per sfuggire alle conseguenze «della guerra nell’ex Jugoslavia, e a Gorino ho trovato una comunità che mi ha accolto a braccia aperte. Questi giorni sono stati davvero difficili, ho anche pensato di mollare tutto e andarmene lontano. Poi ha prevalso l’attaccamento per questa gente e i luoghi. Sono pronta a investire denaro per rinnovare la struttura, ma prima voglio la garanzia che il ‘mio’ ostello non potrà essere ancora una volta requisito. Non voglio mai più rivivere questo incubo».