Granchio blu irregolare a Ferrara: scatta il maxi sequestro da 215 chili

Blitz dei finanzieri a Lido di Volano, all’interno di un furgone di prodotti ittici: "Nessun documento sulla tracciabilità ed erano privi di etichettatura"

Parte dei granchi blu sequestrati

Parte dei granchi blu sequestrati

Lido di Volano (Ferrara), 23 settembre 2022 - Ben 215 chilogrammi di prodotti ittici, in prevalenza granchi blu, privi del documento di trasporto e di etichettatura e tracciabilità, sono stati sequestrati dalle Fiamme Gialle del Comando provinciale di Ferrara. L’operazione è stata condotta dai finanzieri della Tenenza di Comacchio che, a Lido di Volano, hanno controllato un furgone per il trasporto di prodotti alimentari, con a bordo due cittadini cinesi residenti a Prato, di cui uno titolare di una pescheria.

All’interno del veicolo i militari hanno rinvenuto, in prevalenza, granchi blu e rossi ancora vivi, riposti in recipienti di plastica, senza i documenti necessari all’identificazione e tracciabilità del prodotto, il cui valore di mercato ammonterebbe a circa 15mila euro (i granchi rossi in particolare possono arrivare a 150 euro al chilo), nonché 30 chili di carni etichettate in lingua cinese (linguette di anatra e maiale essiccato), probabilmente impiegate come esca per la pesca dei crostacei.

‘Terminato il controllo – riportano dalla Guardia di Finanza -, il prodotto rinvenuto, ancora vivo, come riscontrato dal personale del Servizio Veterinario dell’Azienda Usl di Ferrara, è stato sottoposto prima a sequestro amministrativo e poi distrutto a seguito di provvedimento emanato dalla stessa Autorità sanitaria’. Sotto l’aspetto della tutela della salute pubblica, la normativa di settore stabilisce che i consumatori, attraverso i documenti di identificazione dei prodotti, devono poter disporre di tutte le informazioni in modo tale da scongiurare il rischio di consumare generi alimentari non trattati nel rispetto delle norme igieniche e sanitarie. Al conducente del furgone, invece, verrà comminata la sanzione amministrativa, che va da 750 a 4.500 euro.

"Gli approfondimenti effettuati – proseguono dalla GdF - portano a ritenere che il prodotto sequestrato, proveniente dalla Sacca di Goro, fosse destinato alla ristorazione, verosimilmente agli esercizi commerciali gestiti da cittadini cinesi in Emilia Romagna e in Toscana". Dalle Fiamme Gialle viene altresì precisato che ‘la pesca in mare da parte del ‘cosiddetto privato cittadino’, per autoconsumo, da effettuarsi in zone libere da particolari obblighi o divieti, può essere svolta senza alcuna autorizzazione, per una quantità non superiore a 5 chili (salvo il caso di cattura di esemplare singolo di peso superiore), mentre è sempre vietata la vendita del pescato da parte del privato, così come l’acquisto di prodotto privo di certificazione sanitaria da parte di commercianti e ristoratori’. L’operazione di sequestro effettuata, si inserisce nell’ambito delle attività ispettive della Guardia di Finanza a tutela della salute dei cittadini, e a salvaguardia delle aziende che operano nel rispetto delle regole.