MARIO BOVENZI
Cronaca

Granchio blu: “Al lavoro per trasformare la ‘bestia’ in ricchezza”. Ecco i progetti in cantiere

Tre anni fa è cominciato il disastro per i pescatori di Goro e Comacchio. Paesanti fu il primo a dare l’allarme: “Quella mattina abbiamo trovato un cimitero, non c’era più nulla”. Governo: “Ultimi 3,7 milioni di aiuto in arrivo”

Granchio blu: “Al lavoro per trasformare la ‘bestia’ in ricchezza”. Ecco i progetti in cantiere

Ferrara, 2 maggio 2025 – Da qualche chilo che a fatica riempiva il fondo di quei bidoni di plastica azzurra del mercato ittico di Goro a quasi seimila tonnellate, la montagna di granchio blu pescata in mare lo scorso anno dai pescatori di Goro e Comacchio

Vadis Paesanti, pescatore, vicepresidente regionale FedagriPesca Confcooperative Emilia Romagna
Vadis Paesanti, pescatore, vicepresidente regionale FedagriPesca Confcooperative Emilia Romagna

Il primo maggio è stato l’anniversario triste per un mondo che viveva di vongole e cozze. Sono trascorsi tre anni da quando con la grande alluvione del 2023, l’onda d’acqua che ha devastato la Romagna, è cominciato il disastro.

Leggi anche: Colombacci, via libera all’abbattimento in Emilia Romagna

"Come ogni mattina eravamo andati a controllare gli allevamenti di vongole, abbiamo trovato un cimitero, non c’era più nulla. Solo conchiglie triturate”, a parlare è Vadis Paesanti, pescatore, vicepresidente regionale FedagriPesca Confcooperative Emilia Romagna. Ma bastò un controllo alle immagini delle telecamere a raggi infrarossi che h 24 sorvegliano la Sacca di Goro per capire che quel saccheggio non era opera dei pirati del mare, di bracconieri. Il granchio blu aveva fatto ufficialmente la sua apparizione sulla storia di un paese, Goro, di migliaia di famiglie.

"Ma in questi giorni di festa, festa amara, noi pescatori non ci piangiamo addosso. Stiamo lavorando per trasformare la ‘bestia’, al granchio però non vogliamo male, in una ricchezza. Un giorno, spero vicino, riusciremo a lavorare, a guadagnare di nuovo grazie a questo flagello. Se noi ci aiutiamo. E magari anche un po’ il cielo ci aiuta”.

Granchio blu: sono trascorsi tre anni da quando l'invasione ha causato la moria degli allevamenti di vongole nella zona del Delta del Po
Granchio blu: sono trascorsi tre anni da quando l'invasione ha causato la moria degli allevamenti di vongole nella zona del Delta del Po

Progetti per ripartire

Non solo il cielo. A Bosco Mesola è pronta a trasformare granchi in polpa una fabbrica arrivata dalla Tunisia, tra Goro e Porto Tolle in Veneto si sono fatti avanti imprenditori dalla Turchia, su un’altra fabbrica in Veneto sventolerà la bandiera dello Sri Lanka. Anche il Copego, l’organismo che unisce i pescatori di Goro, ha sentito il vento e sta seguendo una nuova rotta. Soprattutto le donne, circa 200 socie, stanno lavorando per la trasformazione e la vendita di questo fiume di chele e corazze. Sempre a Goro la cooperativa La vela ha aperto i battenti di una fabbrica.

“Dobbiamo riuscire a trasformare quella che per ora è una grande disgrazia in una ricchezza", dice di nuovo Paesanti che, lo ricorda ancora, fu il primo a lanciare l’allarme. “Era il 2022, i granchi blu che qui vendiamo già dal 2014, erano poco più di una curiosità, qualcuno ci preparava i tagliolini, qualche ristorante li aveva pure messi nel menù. Ce li mangiavamo”. Poi sono diventati milioni, e sono stati loro a mangiare le vongole nel banchetto allestito nella Sacca.

Governo: “Ultimi 3,7 milioni di aiuto in arrivo”

"Siamo consapevoli dell'emergenza in atto e dell'urgenza di risposte concrete. Le azioni finora intraprese dal Governo e quelle in corso intendono rispondere, con senso di responsabilità e nel rispetto delle procedure previste dalla normativa vigente, alle legittime aspettative di un comparto strategico per il nostro Paese, espressione autentica del valore del made in Italy nel mondo. Assicuro, quindi, la massima disponibilità del ministero a proseguire nel dialogo con i territori, le Regioni e le rappresentanze del settore, affinché si possa garantire una risposta efficace, tempestiva e strutturale" al flagello rappresentato dal granchio blu. Lo ha detto oggi il sottosegretario all'Agricoltura Luigi D'Eramo, rispondendo alla Camera alle domande della dem Nadia Romeo sulle iniziative per "assicurare la tempestiva liquidazione delle risorse previste a sostegno delle imprese ittiche colpite dalla diffusione del granchio blu".

D'Eramo ha elencato le varie misure in risposta al fenomeno fino agli ulteriori 3,7 milioni di euro stanziati con il decreto-legge 155 del 2024: somme assegnate al ministero dell'Ambiente e che "saranno trasferite al commissario straordinario non appena riassegnate, come competenza di cassa, dal ministero dell'Economia e delle Finanze". Poi il commissario provvederà alla distribuzione delle somme tra le Regioni secondo i criteri condivisi con le strutture territoriali.

Nel fare il punto degli sforzi contro il granchio blu, il sottosegretario ha citato i 2,9 milioni sul 2023, più altri 10 per indennizzare le imprese per la semina, il ripopolamento e la protezione degli allevamenti (rimborso spese sostenute per il prodotto immesso già dal 2022 e per l'acquisto di strutture fisse e mobili installate per la protezione degli allevamenti nel 2023). Essendo arrivate richieste per quasi 37 milioni, si sono destinati ulteriori 12 milioni del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell'acquacoltura, per interventi di supporto e sviluppo della filiera ittica, nonché di contrasto alla crisi economica. E per accogliere il 100% delle richieste, sono stati messi altri euro del Fondo filiere. Al commissario straordinario al granchio blu, Enrico Caterino, ex prefetto di Ravenna, è stato affidato il compito di definire un piano per contenere e contrastare il granchio blu con una dotazione finanziaria, nel triennio 2024-2026, di 10 milioni di euro. Il piano è stato adottato ed ora è in fase di attuazione.