Green pass falsi a Ferrara e vaccini fantasma: chiuse tre attività

I militari delle Fiamme gialle hanno controllato i certificati dei titolari risultati bloccati dal Ministero. Quindici giorni dopo l’arresto di medici e assistente, nel registro degli indagati finite altre 168 persone

Finanzieri mentre controllano i video

Finanzieri mentre controllano i video

Ferrara, 27 marzo 2022 - Con il blocco dei green pass nell’ambito dell’inchiesta sulle vaccinazioni fantasma, problemi non soltanto per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche che senza certificato non possono lavorare, ma anche per i titolari di esercizi commerciali. E proprio di recente i militari della Guardia di finanza hanno costretto alla chiusura tre negozi perché i rispettivi titolari sono stati trovati con il certificato che segnava rosso e non verde, perché bloccato. Ed effettivamente gli esercizi commerciali erano chiusi, con motivazioni diverse, perché di fatto i finanzieri non hanno apposto i sigilli al locale, considerando che il problema è per il gestore. E’ un altro passaggio della maxi inchiesta "Red Pass", coordinata dal pm Ciro Alberto Savino, che ha portato all’arresto di due medici, Marcella Gennari e Chiara Compagno e della figlia e assistente della Gennari, Francesca Ferretti: tutte e tre ristrette ai domiciliari e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 168 persone, i pazienti che si sono sottoposti ai vaccini ’all’acqua’. Per un totale di 171 indagati, numero destinato però a lievitare notevolmente considerando che gli investigatori stanno ancora incrociando i numeri complessivi dei pazienti vaccinati dalle due dottoresse, con i riscontri che giorno dopo giorno mettono insieme su chi veramente ha ricevuto il siero anti Covid, e quanti al contrario si sono fatti somministrare soluzione fisiologica o il nulla.

Le ’confessioni’. Fin da dopo la diffusione della notizia dell’arresto dei due medici, alcuni pazienti falsamente vaccinati si sono presentati spontaneamente dai finanzieri per ammettere di non avere ricevuto il siero. Alcuni, una trentina circa, avrebbero già deciso di chiuedere il più velocemente possibile la situazione, considerando che possono essere accusati di concorso in falsità, ma anche di corruzione nei casi in cui il finto vaccino sia stato seguito da esborso di denaro. Prevalentemente nel caso della Gennari, che chiedeva secondo l’ipotesi accusatoria da 20 a 50 euro a dose non somministrata, come riportato dell’ordinanza di custodia cautelare, con tanto di video che immortalerebbero il passaggio di denaro al termine della vaccinazione fantasma. Un solo episodio di corruzione viene contestato alla dottoressa Compagno. Per tutte e tre le accuse di peculato e d truffa ai danni dello Stato, oltre che all’avere indotto il ministero dell’Interno in errore nel rilasciare i green pass.

Le farmacie. Un altro filone dell’inchiesta riguarda i falsi tamponi positivi che sarebbero stati eseguiti in due farmacie della città. Escamotage ordito sempre per poter ottenere il certificato verde senza doversi vaccinare. Una volta certificato dal farmacista compiacente che il tampone eseguito era positivo, scattava l’isolamento e al termine, al momento della negativizzazione, la guarigione cui seguiva l’ottenimento del green pass necessario per lavorare, studiare. O anche solo per potersi sedere al ristorante o sorseggiare un caffè. Anche in questo filone ci sono già alcuni pazienti iscritti nel registro degli indagati.

Le intercettazioni. Tra gennaio e febbraio scorsi gli avevano sistemato negli ambulatori delle due dottoresse telecamere nascoste che hano ripreso le somministrazioni fantasma di siero e , soprattutto nel caso della Gennari, il passaggio di denaro, dai 20 ai 50 euro. Proprio al momento dell’arresto, il 12 marzo scorso, a quest’ultima è stata trovata una borsa piena di soldi, circa seimila euro, in pezzi da 20 e cinquanta euro. Ovviamente si premurava di tranquillizzare i pazienti che non era vaccino. "E’ vaccino?", "Tranquillo, è acqua", rassicura la Gennari in uno dei video.