Gru crollata dopo il maltempo, il giudice autorizza la rimozione

Via libera del tribunale dopo la richiesta di un legale che ha segnalato altri problemi dopo le recenti piogge. Ora serve un piano al fine di rispettare alcune prescrizioni richieste dal perito: "Non alterare il freno-ralla"

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La gru caduta su un complesso di abitazioni a Boara potrà finalmente essere rimossa. A disporlo è stato il giudice per le indagini preliminari Danilo Russo, rispondendo alla richiesta di uno dei legali delle persone offese, l’avvocato Denis Lovison. Per iniziare le operazioni bisognerà però attendere la realizzazione di un apposito piano, finalizzato a salvaguardare parti e componenti di interesse per l’indagine, come ad esempio il gruppo freno-ralla, elemento ritenuto decisivo per le successive attività investigative. Condizioni, queste ultime, poste dall’ingegner Giulio Ventura, tecnico incaricato dal tribunale di redigere la perizia sulla struttura caduta a seguito del fortunale di quest’estate. La richiesta dell’avvocato Lovison è arrivata all’indomani di nuove problematiche create dalle condizioni meteo avverse. La pioggia e il vento del 22 novembre, scrive infatti il legale, hanno fatto volare via il telo che copriva il buco causato dal crollo. Le condizioni meteo complicate avevano inoltre impedito ai vigili del fuoco di riposizionare correttamente la copertura. Vista la lettera del legale e sentito il perito, il giudice ha quindi dato l’ok alla rimozione del macchinario, non essendo più necessari interventi sul posto. Con il nulla osta si potrà ora iniziare a togliere la struttura di metallo, anche se i tempi potrebbero non essere brevissimi.

Si attende intanto il deposito della perizia di Ventura. Alcuni dettagli erano già trapelati a seguito delle prime attività svolte in via Copparo. I tecnici (oltre all’incaricato del tribunale sono all’opera anche quelli nominati dai legali delle famiglie sfollate, avvocati Gianni Ricciuti, Luca Tieghi e Irene Costantino) avrebbero appurato che il freno del braccio della gru era bloccato. Se così non fosse stato, il braccio sarebbe stato libero di ruotare e, probabilmente, di orientarsi nella direzione del vento senza opporre ‘resistenza’. Ora starà al perito chiarire il perché di quel blocco e se questa circostanza abbia avuto o meno un ruolo nel collasso del macchinario.

Federico Malavasi