LAURA GUERRA
Cronaca

"Guercino all’estero, amato dagli anglosassoni"

Cento, parla la presidente del Centro studi che ha sede nella Pinacoteca. Tassinari: "Ne hanno grande conoscenza. Ci auguriamo un ritorno turistico".

"Guercino all’estero, amato dagli anglosassoni"

CENTO

All’interno della Pinacoteca c’è ora la sede del Centro studi internazionale ‘Guercino’ dove oggi vi sarà una intera giornata di approfondimenti con i suoi esperti e studiosi anche stranieri. È la presidente Valeria Tassinari a sottolinearne l’importanza ma anche a parlare di progetti e della forte attrazione di Guercino all’estero.

Quant’è importante la vostra sede in Pinacoteca?

"Tantissimo: sarà il luogo degli incontri, del confronto su ciò che si conosce, delle domande e degli ospiti. Molto pertinente a quello che era stato il modo di concepire l’arte anche di Guercino che aveva aperto una scuola di disegno e aveva la consapevolezza dell’importanza di trasmettere ciò che si conosce. Il Centro eredita anche questa filosofia: godere della bellezza ma farne punto di partenza per approfondimenti e percorsi per tutti".

Come hanno vissuto l’inaugurazione, gli esperti guerciniani stranieri, membri del Centro?

"E’ stato emozionante perché per capire Guercino bisogna davvero vederlo nei luoghi dove ha vissuto. Nelle sue opere c’è lo spirito di questi luoghi e proprio gli stranieri sono più attenti ai dettagli".

Cosa significa Guercino all’estero?

"Oggi molto. Almeno in area anglosassone è più noto e considerato con più enfasi di quanto lo sia in Italia dove magari è stato un po’ oscurato da altri grandi protagonisti della cultura barocca. All’estero è molto presente nelle collezioni, gli sono state dedicate mostre importanti, raggiunge quotazioni molto alte in asta, è entrato nel mercato antiquariale da tempo ed è molto apprezzato dal collezionismo". Inaugurazione dunque attesa anche dall’estero?

"Sì e ci aspettiamo un riverbero anche dal turismo internazionale. Crediamo molto nel turismo anglosassone vista la conoscenza che hanno di Guercino grazie anche a Sir Denis Mahon. In più, gli stranieri hanno molta attenzione al turismo dei piccoli centri e a quello Unesco con noi al centro di un triangolo. Se saremo bravi a intercettare i flussi, davvero potremo diventare un luogo di visita, ristoro, apprezzamento della cultura emiliana".

Quale l’obiettivo del Centro Studi per il 2024?

"Sono diversi. Intanto, creare un tramando di conoscenze tra chi è già affermato e chi sta debuttando sulla scena della storia dell’arte internazionale. Un progetto al quale tengo molto è anche creare un percorso diffuso intorno alla Pinacoteca con qrcode che consentiranno di cogliere contenuti nei luoghi guerciniani della città ma anche in alcuni punti del paesaggio che vorrei evidenziare perché li possiamo ancora riconoscere nei quadri di Guercino. Creare dunque un percorso allargato e che va a ricucire anche i territori delle frazioni, attraverso la collaborazione con l’università e Credem che ci aiuterà. Poi il progetto ‘Ogni bimbo conosce Guercino’ unitamente a percorsi di formazione per i docenti e creare una rivista del Centro che pubblichi le ricerche e dia risalto a giovani studiosi".