Guerra a oltranza alle ’bionde’ Verso lo stop all’aperto "Così fanno un danno ai bar"

I titolari dei locali sono dubbiosi. "Chi farà rispettare le regole? Serve più chiarezza". I fumatori: "Inconcepibile: ci privano della nostra libertà. In pratica potremo farlo solo in casa".

Guerra a oltranza alle ’bionde’   Verso lo stop all’aperto  "Così fanno un danno ai bar"

Guerra a oltranza alle ’bionde’ Verso lo stop all’aperto "Così fanno un danno ai bar"

di Matteo Radogna

Prendere un caffè e fumare una sigaretta ai tavolini di un bar, ci è mancato tantissimo nel periodo più duro della pandemia. Sorseggiare una tazzina al volo, quasi bruciandosi le labbra e la lingua, ti regala sempre una piccola scossa di energia, poco prima di entrare in ufficio. Un rito quotidiano che si lega a quello della sigaretta. Ma come era già successo per il caffè, anche per chi ama la ‘bionda’ si prospettano tempi duri. Molto presto (si parla entro l’anno) il divieto di fumare potrebbe interessare non solo i luoghi al chiuso. Il ministero della Salute sta infatti preparando una stretta. Sigarette, ma anche e-cig, tabacco riscaldato e i suoi derivati, saranno vietate nei tavoli di bar e ristoranti all’aperto, ma anche alle fermate di metro, bus, treni e traghetti, e nei parchi pubblici. I tecnici del governo stanno studiando il provvedimento, che dovrà essere emanato entro l’anno. Sarà un aggiornamento alla “legge Sirchia”, pubblicata ormai 20 anni fa. Divieto di fumo anche all’interno dei parchi e nelle vicinanze di donne incinte e bambini (dovrà essere rispettata una distanza minima di due metri). A Milano è già in vigore un provvedimento con regole simili.

A Ferrara, invece, questa novità trova non poche resistenze da parte dei proprietari dei bar e dagli stessi fumatori. Soprattutto il timore è che, ancora una volta, le regole non siano chiare. Lo pensa Riccardo Boco del bar Royal: "Praticamente si potrà fumare soltanto a casa. Per chi fuma un pacchetto al giorno sarà un inferno. E poi noi titolari diventeremo ancora una volta controllori. Spero che non si verifichi lo stesso pasticcio del periodo Covid. Quando i clienti consumavano l’asporto c’era un tavolino, fuori dal mio bar, dove appoggiarsi per mettere la bustina di zucchero e poi allontanarsi. Pochi secondi che hanno fatto indispettire le forze dell’ordine. Ho evitato la multa per un soffio. Togliere il fumo anche all’aperto è un errore. Ho lavorato in Germania e lo stesso provvedimento riguardò nel 2008 i centri commerciali. Dopo questa disposizione morirono piano, piano. Così i tedeschi crearono dei locali solo per i fumatori. La stessa cosa si potrebbe fare in Italia". Alessandro Kabanets ed Elan Kiraydt sono i titolari del bar Farmacia in Galleria Matteotti: "Ci sono regole non scritte che sono quelle dell’educazione e, a volte, siamo noi a invitare i fumatori a sedersi in un tavolino distante dagli altri, in modo che ognuno abbia il suo spazio senza disturbare. Ma vietare il fumo all’aperto ci sembra esagerato e rischia di danneggiare gli affari dei bar. Se una persona fuma all’aperto distanziata non disturba. Non serve creare un divieto". Sergio Devecchi è un fumatore: "Il divieto all’aperto è una costrizione senza senso che toglie libertà. Come quando si obbligava le persone a vaccinarsi. Caffè e sigaretta a un tavolino penso siano la cosa più normale al mondo. Per me il divieto non passerà. In Italia siamo bravi a creare leggi inutili, ma mai che si rispetti la volontà di chi, in minoranza, vuole soltanto esercitare una propria passione o diritto. Voglio vedere nel caso passi – ma ci credo poco – chi vigilerà sul rispetto di una regola a dir poco anomala".

Elisa Possanza, titolare del bar ’God Vibrations’, è preoccupata: "Spero di non lavorare di meno con questo divieto all’aperto. Caffè e ’bionda’ sono un binomio storico. Il mio locale è affacciato su una strada stretta e spero che le regole siano chiare. Non posso rispondere di chi fuma vicino ai tavolini". Alen Adnani, 23 anni, studentessa, sorseggia un caffé e fuma addirittura un sigaro: "Ci hanno vietato le sigarette anche nell’appartamento dove alloggio – sbotta –. Insomma, per noi fumatori si prospettano tempi durissimi. Coglierò l’occasione – ironizza – per smettere". Per quanto riguarda lo strumento legislativo del divieto ancora non è chiaro se sarà un disegno di legge di iniziativa governativa, oppure se il testo sarà inserito in un altro provvedimento. Tutto quindi dipenderà dalla volontà politica, e non solo del ministro Schillaci, di portare avanti la stretta sul fumo in Italia.