"Ho scritto slogan pesanti ma era sempre critica politica"

Il vicesindaco: "Invito sempre i consiglieri a utilizzare i social network con giudizio"

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Un po’ vittima e un po’ carnefice. Il vicesindaco Nicola Lodi sui social network di fatto ha costituito gran parte del consenso (e del dissenso) che gli ha garantito una buona dose di popolarità. Senza mancare, di tanto in tanto, di caricare contenuti quantomeno sopra le righe.

Vicesindaco, i social l’hanno portata ad avere un contatto meno stretto con la vita della città?

"Tutt’altro. Sono riuscito in questi otto anni di intensa attività sui social, attraverso un piccolo investimento di soli mille euro, a costruire un grandissimo seguito che si attesta attorno ai 18 mila followes. Però, ho sempre fatto coesistere l’attività sui social con l’attività ‘reale’, tra le persone. In qualche modo adesso Facebook è diventato un modo per tenere costanti rapporti con il mio elettorato".

Talvolta lei ha esagerato e ha fatto video di dubbio gusto.

"Certo, ma mi sono sempre limitato alla critica politica, ancorché pepata. Sono stato sopra le righe perché c’era la necessità di smantellare un sistema politico che governava la città da oltre mezzo secolo".

È stato anche vittima di insulti attraverso i social?

"Sì, ho querelato una trentina di persone per insulti e minacce ricevute. Sono la prima persona ad essere ben disposta alla critica, qualora sia proficua e costruttiva. Quando decido di querelare, vuol dire che si è davvero oltrepassato il segno".

Vale a dire?

"Non sono disposto a tollerare offese e parole di discredito che gettano fango sulla mia immagine pubblica e sull’immagine della mia famiglia. Si supera il limite quando si offende il modo di vivere di una persona. Querelerò anche Laura Trapani, autrice del post vergognoso sull’albero di Natale".

Spesso si è parlato dei suoi errori passati sui social. Errori che, talvolta, hanno portato a risvolti giudiziari.

"Ho sempre pagato i miei errori, ma i social non servono per rivangare su fatti accaduti anni e anni fa. I debiti che ho contratto nella mia vita, li ho contratti perché per mantenermi ho sempre dovuto lavorare. Differentemente da altri".

Si ricorda, tanto per citarne uno, lo slogan ‘A calci in culo‘. Ecco, sicuramente non era di estremo garbo.

"Si trattava di uno slogan forte, me ne rendo conto. Ma non sottintendeva in nessun modo un atto violento da perpetrare, né un’istigazione a farlo".

Gli insulti che riceve sui social hanno qualche effetto, al netto dei risvolti legali, sul suo elettorato?

"Sì: contribuiscono ad accrescerlo".

Alcuni consiglieri della Lega non hanno avuto sempre un comportamento esemplare sui social. Che ne pensa?

"È vero: l’inesperienza di alcuni ha fatto sì che commettessero alcuni errori. Il mio invito è quello di utilizzare le piazze virtuali con giudizio".

f. d. b.