
di Alberto Lazzarini
La celebrazione, certo, ma non fine a sé stessa. I venticinque anni di CSO Italy, festeggiati ieri mattina al Ridotto del Teatro comunale Abbado, si sono infatti rivelati l’occasione, fortemente voluta dal presidente Paolo Bruni, per riflettere ad alti livelli sullo stato dell’ortofrutta, del ruolo dei mercati, del posizionamento europeo, oltre che della necessità di intensificare gli investimenti nella ricerca. Il ministro Adolfo Urso, titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy, in collegamento da Roma, non si è limitato alle congratulazioni di prammatica ma ha sottolineato il ruolo di primo piano del settore ortofrutta (4% del pil) anche sul fronte del benessere. A breve, ha detto, sarà presentato un provvedimento di valorizzazione dei prodotti alimentari italiani, ma non basta perché analogo iter – novità - seguiranno i manufatti italiani.
Urso ha poi affermato che le previsioni un po’ sottotono per la nostra economia sono state smentite ("si sta correndo più forte") mentre permane la preoccupazione per l’inflazione, in calo ma ancora alta, e per il flettersi dei consumi. Per il settore, ha concluso, giungeranno 75 milioni dalla nuova manovra governativa e altre risorse dall’Europa con l’obiettivo di combattere meglio la battaglia (una guerra?) della competitività.
Del ruolo della Regione si è naturalmente soffermato il presidente Stefano Bonaccini, applauditissimo, invitato da Bruni ad andare oltre il tema specifico. E il governatore (a lui spettavano le conclusioni) non si è fatto pregare ricordando la montagna di risorse messe a disposizione dall’Europa: 230 miliardi. Tutti soldi che vanno spesi ("c’è chi sostiene che ce ne hanno dati troppi…") senza pretendere di cambiare il Pnrr. "Piuttosto chiediamo di spostare risorse da un settore a un altro", ha suggerito. Per far fronte alle richieste delle imprese della regione è stato chiesto al governo, ha aggiunto, di "triplicare le quote del lavoratori stagionali". E ancora: "E’ necessario combattere la precarietà, detassando le imprese: solo così si può combattere la denatalità".
Sul fronte energetico fra due anni sarà pronto il rigassificatore di Ravenna che "ci consentirà di non dipendere più dal gas russo". Il futuro è comunque delle rinnovabili: "Sul mare di Ravenna faremo il più grande parco eolico d’Europa". Infine il messaggio: "Non è con il massimalismo che si vincono le sfide". In apertura (sala gremita con autorità, soci ed esponenti dell’economia e delle associazioni) era stato proiettato un significativo filmato sulla storia di CSO Italy. Poi Bruni - regista della mattinata – aveva introdotto gli ospiti a cominciare dall’assessore Andrea Maggi, in sostituzione del sindaco Fabbri, indisposto. Di fronte alle perplessità degli agricoltori circa l’eccessiva rapidità della transizione ecologica voluta dall’Europa, l’ex ministro Paolo De Castro ha sottolineato il forte calo, in questi anni, dell’utilizzo della chimica in agricoltura. Ai primi di giugno saranno approvate nuove tecniche genetiche (non ogm). La strada è questa ma va percorsa "con gli agricoltori".
Un ulteriore abbattimento della quantità della chimica, ha concluso, dovrà essere effettuata solo "quando sono pronte le alternative", ad evitare la perdita del mercato. Sulla stessa linea l’assessore regionale all’agricoltura Alessio Mammi che ha ricordato il grande patrimonio costituito dall’ortofrutta ma anche la crisi dovuta al clima fortemente cambiato. Occorrono interventi governativi per non perdere l’ortofrutta e l’agricoltura in genere (la sola nostra regione esporta 8 miliardi in cibo e vino).
Sul fronte acqua, intanto, l’Emilia-Romagna ha investito 700 milioni per gli stoccaggi. Soprattutto di consumi ha infine parlato Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad, che ha sottolineato il calo dei volumi e il contestuale aumento dei fatturati. "Le famiglie hanno perso in due anni il 20% del potere di acquisto: un fatto pericoloso per il Paese". Insomma si compra un po’ meno ortofrutta: ci rimetterà la salute.