Li chiamano i cannibali delle auto. Il loro ‘mestiere’ è quello di rubare componenti e rivenderli, all’estero o in Italia. E non solo i cerchioni con la classica auto appoggiata sui mattoni. I malviventi ora si cimentano anche nell’arraffare elementi elettronici, fanali e dispositivi di sicurezza. Un fenomeno diffuso in tutto lo Stivale e noto anche nella nostra città, dove un paio di anni fa si verificò una scia di furti di marmitte catalitiche e volanti, sottratti soprattutto da auto di lusso. E l’ombra dei ladri di componenti si allunga anche su quanto accaduto l’altra notte a Pontelagoscuro, dove cinque furgoni sono andati a fuoco e altri sono stati danneggiati.
A delineare i contorni di questa piaga di caratura nazionale è Davide Galli, presidente di Federcarrozzieri. "Il problema esiste e lo conosciamo bene – premette il rappresentante della categoria –. I pezzi più rubati sono spesso i più costosi. Penso ai componenti di sicurezza come airbag e cinture, ma anche centraline e luci. Basti pensare che un fanale va dai trecento ai tremila euro. Un proiettore rubato da duemila euro può essere rivenduto a mille. Non è poco, ma intanto chi acquista risparmia mille euro. Spariscono poi anche elementi estetici, decorativi o paraurti. Insomma, un po’ di tutto".
Nell’elencare le varie tipologie di furti sulle auto, Galli si sofferma principalmente su tre aspetti: "Primo, il furto ‘fine a se stess’. Un privato commissiona un colpo perché gli serve un componente per l’auto". La seconda tipologia, secondo il rappresentante dei carrozzieri, è quella che solleva il velo su un problema annoso per la categoria. "Ci sono tante carrozzerie e officine nel ‘sommerso’ che si permettono di accontentare il cliente attraverso il furto di beni altrui – prosegue –. Siamo il Paese d’Europa ad avere il numero più alto di botteghe non censite". Per Federcarrozzieri questa è una battaglia chiave. "Su questo tema come associazione spingiamo molto – scandisce –. Devono esserci più controlli. Ci sono tipi di componenti rubati che non posso essere facilmente montati da mani inesperte nel garage di casa. Questo significa che a farlo sono officine che operano nel mondo del non lecito". La terza tipologia di furti, infine, è legata a un’altra grande problematica che attanaglia il settore: la carenza dei pezzi di ricambio ("Alcune case automobilistiche non forniscono i ricambi o i tempi di attesa sono lunghi e questo può alimentare il ricorso all’illecito da parte di qualcuno".
Per quanto riguarda i fatti di Pontelagoscuro, Galli non entra nel merito essendoci indagini in corso. Ragiona però sul tema dell’incendio alla luce di precedenti in altre parti d’Italia. "Guarda caso, a volte capita che dopo un furto la parte rimanente o la scocca prendano fuoco – afferma –. Il motivo? Lo scarto o alcuni ricambi dotati di forme di tracciabilità potrebbero fornire elementi per risalire ai responsabili del furto. Con un incendio, invece, si cancella tutto".
f. m.