I cugini Benazzi uccisi e poi bruciati nella Polo

Sono trascorsi quasi due anni dal delitto e le indagini sono ancora aperte. Accusati padre e figlio

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FERRARA

Era la tarda serata di domenica 28 febbraio del 2021 quando le lingue di fuoco si sprigionarono verso il cielo nel mezzo della campagna di Rero. Fu un abitante della zona ad allertare i soccorsi, poco dopo le 21. Quando i vigili del fuoco finirono di domare le fiamme, la tragica scoperta: all’interno, adagiati sul sedile posteriore dell’auto, due corpi. Uno accanto all’altro, carbonizzati. Sarà poi accertato che quei poveri resti appartenevano ai cugini Riccardo e Dario Benazzi, di 64 e 70 anni. E per alcune ore fu ipotizzato che potesse trattarsi di un duplice suicidio, se non di un omicidio-suicidio. Emerse però già dal giorno successivo che in quella zona di aperta campagna del Mezzano – a neanche quaranta chilometri di distanza da dove mercoledì scorso è stato trovato un altro corpo carbonizzato in un’auto incendiata, a Marmorta, in provincia di Bologna – si era consumato un orribile duplice omicidio: i due cugini Benazzi, racconteranno in un secondo momento i pallini trovati in entrambi i cadaveri, erano stati prima uccisi a fucilate, poi adagiati con tutta calma nel sedile posteriore dell’auto con cui la mattina di domenica avevano raggiunto quel campo vicino Italba per smontare i resti di un impianto eolico. Poi la vettura data alle fiamme per cancellare ogni traccia che potesse ricondurre agli assassini.

Le indagini. Da quella freddissima domenica di febbraio sono stati compiuti dalla procura di Ferrara accertamenti su accertamenti. Consulenze, incidenti probatori, che dopo qualche mese hanno portato il pm che ha coordinato le indagini dei carabinieri a iscrivere nel registro degli indagati Filippo e Manuel Mazzoni, 49 e 20 anni, padre e figlio che vivevano in un casolare poco distante dal luogo del delitto, accusati di avere prima sparato ai due cugini e poi di avere caricato i loro corpi sull’auto, ricoprendoli di legna accatastata, e di avere poi appiccato il fuoco. I Mazzoni, assistiti dall’avvocato Stefano Marangoni, sono indagati da maggio del 2021 e da allora si dichiarano innocenti, mentre i familiari delle vittime sono assistiti dagli avvocati Denis Lovison e Massimiliano Sitta e pretendono giustizia. La procura ha chiesto due proroghe di indagine per ricostruire spostamenti e coinvolgimento dei Mazzoni che, anche per loro stessa ammissione, quella domenica avevano visto i Benazzi in quel campo vicino al loro casolare. E ci avevano parlato, ma poi padre e figlio se n’erano andati al mare – secondo il loro racconto – per tornare soltanto la sera a Italba. Mentre è stato accertato che i Benazzi sono stati uccisi la mattina della domenica. Un delitto ancora avvolto nel mistero, anche per il movente e le cui indagini a breve dovrebbero essere chiuse.

Cristina Rufini