"I daini ci danneggiano i raccolti" Gli agricoltori chiedono aiuto

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COMACCHIO

Diverse sono le segnalazioni di agricoltori, raccolte da Cia-Agricoltori Italiani Ferrara, rispetto ai danni alle loro coltivazioni provocati dalla fauna selvatica, principalmente dai numerosi esemplari di daini presenti nell’area di Comacchio attigua al Parco del Delta. Danni che, come riportano dall’associazione, spesso non vengono risarciti, a causa di un sistema di norme che non tiene conto delle necessità operative delle aziende e dei costi necessari per gestire i dispositivi di protezione. "Ho subìto danni considerevoli al radicchio provocati dai daini – spiega l’orticoltore comacchiese Robiano Luciani – e ho attivato subito la procedura per il risarcimento. L’ispettore della Regione ha riconosciuto l’entità del danno durante il sopralluogo, però nel verbale redatto è indicato che non ho attuato tutte le misure necessarie per la difesa dai danni e quindi non avrò diritto al risarcimento. In sostanza: avevo i cannoncini ad aria compressa per la dissuasione, ma non la rete di protezione. Comprendo che la Regione applichi le norme, ma queste sono spesso in pieno contrasto con le esigenze pratiche e quotidiane delle aziende". Come riferisce Luciani, per essere pienamente in regola avrebbe dovuto recintare con una rete alta almeno due metri molti ettari di radicchio, "e fin qui, anche grazie ai contributi regionali per l’installazione, potevo arrivarci. Ma la rete – prosegue - poi va spostata, perché non sempre coltivo il radicchio in quel particolare appezzamento, così come in aziende più strutturate che arrivano ad avere anche 200 ettari di colture in rotazione che, ricordo, è obbligatoria. Inoltre, la presenza della rete rende difficoltosa la pulizia dei fossi e lo sfalcio dell’erba e richiede l’acquisto di macchinari appositi, a spese naturalmente di noi produttori". Cia, dunque, chiede che, a livello regionale, vengano modificati in maniera sostanziale i criteri dei risarcimenti: "Voglio precisare che tutta la nostra associazione – spiega Gianfranco Tomasoni, membro di giunta di Cia Ferrara – è impegnata per mantenere il delicato equilibrio tra produzione agricola e biodiversità. Ma un conto è preservare le specie autoctone, un altro è lasciare che animali privi di antagonisti naturali agiscano incontrollati".

Valerio Franzoni