I fantastici 13 del lavoro Oscar ai nostri maestri artigiani "Sono eroi, meritano risposte"

Nella camera di commercio la cerimonia di premiazione, alla regia l’Accademia. Il monito del sindaco Fabbri, l’allarme di Cna: "Bonus 110, rischia di saltare il banco".

I fantastici 13 del lavoro  Oscar ai nostri maestri artigiani  "Sono eroi, meritano risposte"

I fantastici 13 del lavoro Oscar ai nostri maestri artigiani "Sono eroi, meritano risposte"

di Mario Bovenzi

Forse la figlia taglia i capelli meglio di lui. Saranno i clienti e non i posteri a dirlo. Ma ieri mattina, nel salone della camera di commercio, teste e sguardi erano solo per Gabriele Dolcetti, una vita da barbiere che – tocco da maestro, lui che di teste ne ha sistemate tante – si è messo in posa con la targa San Giorgio e la pergamena, foto ricordo dell’orgoglio artigiano. Anno 1969–anno 2023, barbe e capelli, lavate di testa e gracchiare del rasoio, quando era quella inquietante lama a fare il filo di volti induriti dal sole e non quelle lamettine usa e getta, come il nostro tempo. Volti e storie, dal costumista che ha vestito Orietta Berti – era Sanremo, 72° festival – a Mauro Bruni, l’insegna dell’officina in via Ripagrande dove allora l’auto te la sistemavano e lavavano pure. Volti e storie, sorrisi mentre l’Accademia dei maestri artigiani – presidente Marco Garbellini, vice Roberto Carion, segretario Oderio Mangolini – diploma 13 ‘imprenditori doc’. Sorrisi che si increspano quando dal tavolo – ci sono l’onorevole Davide Bergamini, il sindaco Alan Fabbri con l’assessore Matteo Fornasini, l’assessore della Regione Paolo Calvano, il commissario della Camera di commercio Paolo Govoni – si passa ad affrontare il tema che recità così "Artigiani: come vincere in un mondo che cambia troppo rapidamente". Quasi con la fretta di dimenticare simboli e tradizioni. Lo sguardo del direttore di Cna Diego Benatti plana verso la sua destra, verso i politici. E’ anche lui maestro artigiano onorario, sa cosa vuol dire lavoro e fatica. Dice: "A parole siamo al centro della politica, poi però...". Una pausa un po’ ad affetto, un’altra occhiata ai politici. "Però abbiamo visto cosa sta succedendo con il bonus 110, bisogna sbloccare i crediti altrimenti saltano tantissime aziende del territorio. Salta il banco". Silenzio, segni d’assenso. Batte ancora l’orgoglio artigiano nelle parole di Govoni. "Questo premio è il più alto riconoscimento ad un mondo fatto di imprese che sono l’ossatura dell’Italia". Lo dicono i numeri, il 95% delle aziende ha meno di 10 dipendenti. Lo dicono le parole, quelle dell’inno nazionale che donne e uomini d’impresa – in piedi, l’Italia s’è desta – cantano in sala. Un omaggio al lavoro, un omaggio all’Accademia. Correva l’anno 1951, la data di un’idea, quella di Pilade Cappellari rilegatore, Efrem Navarra fabbro, Ugo Rossetti restauratore, Edmondo Carlini cementista. Sono trascorsi 72 anni, il tempo pare non essere passato guardando lo stendardo, là nell’angolo. C’è scritto su fondo color oro ’Artigiani’, in basso ’Mens et labor’. Lavoro appunto, come sottolinea il sindaco Alan Fabbri. "L’esempio dei maestri artigiani – dice – è l’antidoto a una certa visione che si insinua alla base del reddito di cittadinanza, fatta di assistenzialismo. Un male da superare. Siamo di fronte a un fenomeno strano: la crisi della manodopera, a cui dobbiamo far fronte anche riscoprendo la passione del saper fare. Oggi gli imprenditori sono eroi e la politica ha il dovere di dare loro risposte". "Qui ci sono persone che si rimboccano le maniche", scandisce Bergamini. In sala i sindaci di Masi Torello Riccardo Bizzarri e di Ostellato Elena Rossi, due artigiani indossano i colori del loro paese. Gioca in casa – è anche lui maestro onorario – il segretario provinciale di Confartigianato Paolo Cirelli. "Le imprese artigiane, un grande valore", dice, gli occhi alla platea. Un valore che ha nome e cognome, Mauro Bruni, Angelo D’Onofrio, Donatella Ferrari, Armando Folli, Alba Giuliani, Eleonora Magri, Manuele Marani, Mauro Nori, Nazzareno Trapella, Francesco Battaglia, Mauro Frignani, Emma Bolognesi. Il barbiere Dolcetti – 13° uomo – stringe la pergamena, il sorriso con il quale per una vita ha aperto la porta ai clienti. Era il 1969, appena un ragazzo. Chi ci avrebbe creduto mai.