
Massimiliano Mamini, collaboratore della società biancazzurra, si occupa dell’area commerciale «Sono giorni di incertezza»
Mentre l’intera città è ancora sotto choc per il tracollo sportivo della Spal, tra dipendenti e collaboratori della società biancazzurra si fanno sempre più pressanti i timori per il proprio futuro lavorativo. Le parole di Joe Tacopina, piombate su Ferrara sabato pomeriggio attraverso una paginetta scarna di nota stampa, non bastano a dissipare le preoccupazioni di chi con la ‘macchina-Spal’ ci si guadagna il pane. In questo senso, a quanto filtra dai corridoi di via Copparo, oggi dovrebbe essere in programma una riunione in videocall con la proprietà. Chissà che da quell’incontro non arrivi qualche certezza in più sul futuro. Nel frattempo, il sentimento che prevale è quello dell’incertezza. Tra i tanti a trovarsi in questa situazione di ‘sospensione’ c’è Massimiliano Mamini, collaboratore che si occupa dell’area commerciale.
Mamini, quali sono le sue impressioni sulla situazione attuale?
"Al momento è meglio non sbilanciarsi. Siamo in una fase transitoria, ancora non ben definita. C’è poco da raccontare".
È preoccupato?
"La preoccupazione per quello che potrà essere il prosieguo c’è, è innegabile. I dipendenti temono per il loro posto di lavoro. È stato tutto inaspettato".
Tra voi addetti ai lavori non c’era alcun sospetto che le cose potessero precipitare a tal punto?
"Diciamo che ormai eravamo abituati ad aspettare fino all’ultimo giorno per i pagamenti. Era un po’ una consuetudine. Stavolta però ci sono state delle problematiche, anche se non so di preciso cosa sia successo".
Cosa vi aspettate come lavoratori?
"Ci aspettiamo chiarezza. Non conosciamo quelle che sono le intenzioni della proprietà e non ho molto da dichiarare in questo senso. Posso solo dire che la Spal non può finire così. Ci sarà sicuramente un seguito. Tutti attendiamo quindi con ansia che chi deve prendere decisioni lo faccia in maniera netta".
Chi rischia di più?
"Io lavoro a partita Iva. Nel peggiore dei casi, posso auspicare di trovare qualche altra soluzione. Per i dipendenti la situazione può essere più complessa. Qualcuno di loro, magari meno giovane, potrebbe avere difficoltà a ricollocarsi".
Vede una via d’uscita?
"Bisogna partire dal presupposto che siamo una realtà sovradimensionata, anche per la serie C. Fino a oggi sono stati mantenuti i posti di lavoro di tutti. Senza risultati sportivi diventa però complicato mantenere questa struttura. Conto e spero che ci sarà una soluzione. Con l’attuale proprietà o con chi intenderà proseguire al suo posto".
Federico Malavasi