
Ogni città è stata villaggio. E se Ferrara città del cinema era un villaggio ormai più di un millennio fa, nella sua provincia un agglomerato di una trentina di case, ridotto a frazione, in questi anni sta assurgendo a dimensione di villaggio ideale. ‘Gherardi, il villaggio del cinema’ è una realtà in divenire e verrà presentata oggi pomeriggio, alle 17.30, con ritrovo davanti alla chiesa del paese. Il progetto è prodotto da Stefano Muroni e dalla sua ‘Ferrara la città del cinema’, insieme a partner quali il comune di Jolanda di Savoia, Bonifiche Ferraresi, Acer, Confcooperative e, soprattutto, grazie agli abitanti di Gherardi, che hanno prestato il loro consenso alla realizzazione di murales. Sì, perché "l’idea era quella di prendere un borgo del basso ferrarese, cercando di rigenerarlo e ripopolarlo attraverso l’arte e la creatività: in questo caso, attraverso la cinematografia e il cinema". Gherardi è il paese dei suoi nonni e della sua famiglia. "Mia moglie, Valeria Luzi, una mattina di due anni fa mi ha detto: se Ferrara è la città del cinema, perché Gherardi non può essere il villaggio del cinema?". Quindi, il primo passo è ripopolare il borgo con alcuni allievi della Scuola d’arte cinematografica Florestano Vancini. "Abbiamo già i primi studenti che verranno a vivere qui". Ma Gherardi va anche abbellita, perché sia anche attrattiva per il "cine-turismo: quindi portare appassionati, esperti, cineasti, registi…". Perché non usare dei murales, magari legati al cinema ferrarese – Antonioni, Vancini ecc. – e ai film girati in queste zone? Una volta coinvolti una serie di muralisti, quali Giulia Pasa Frascari, Basik, Wasp, Luca Siano, Mozone e Bolo, lo scorso anno sono stati eseguiti i primi cinque murales dedicati a: ‘La neve nel bicchiere’ di Vancini, ‘Riso amaro’ ("film di riso e mondine: Gheradi è luogo di riso ed era luogo di mondine"), ‘Il giardino dei Finzi-Contini’, ‘La donna del fiume’, con una Loren alta 3 metri, ed E.T., per omaggiare il ferrarese Rambaldi. Quindi, nel corso di quest’anno, gli artisti hanno praticamente terminato altri sette murales e, il prossimo anno, se ne aggiungeranno otto. In tutto, venti murales manifesto del cinema ferrarese. All’ingresso di Gherardi, si vede ‘Il mulino del Po’: "è una scelta cronologica, siamo ancora nell’Ottocento". Poi, il murales su ‘Oltre la bufera’, film sul parroco antifascista Don Minzoni interpretato dallo stesso Muroni. E ancora, c’è un murales dedicato a ‘Ossessione’ di Visconti, che compie ottant’anni, a ‘La lunga notte del ‘43’, a ‘La casa dalle finestre che ridono’, per cui sono state realizzate le famose quattro bocche, a ‘Un ettaro di cielo’, con un giovane Masrtroianni. Infine, a chiudere l’itinerario, un altro murales tratto dal genio di Rambaldi e dal suo King Kong.
Francesco Franchella