I Nas alla residenza Paradiso Prima acquisizione di documenti

L’indagine nata dall’esposto di alcuni familiari di anziani fa un passo avanti. Nel mirino la gestione dell’emergenza

Muove i primi passi l’inchiesta aperta dalla procura sul focolaio Covid alla residenza per anziani ‘Paradiso’ di via Saraceno. Il fascicolo è stato aperto a seguito di un esposto di alcuni familiari di ospiti della struttura che, attraverso l’avvocato Piero Giubelli, hanno chiesto agli inquirenti di fare chiarezza "anche attraverso il sequestro delle cartelle cliniche e della documentazione relativa ai giorni di emergenza". I firmatari dell’esposto, otto in tutto, invitano i pubblici ministeri a valutare se la struttura "abbia adottato ogni precauzione di legge e operato nel rispetto della normativa vigente, sia con riferimento alla normativa Covid 19 che a quella relativa al personale necessario per ogni paziente".

Con l’inizio dell’anno nuovo, il caso è stato assegnato al sostituto procuratore Fabrizio Valloni. Il primo passo avanti è stato compiuto l’11 gennaio, con un accesso nella struttura da parte dei carabinieri del Nas. Nel corso dell’accertamento i militari, accompagnati da personale dell’Ausl, hanno effettuato una serie di verifiche sul focolaio scoppiato a dicembre tra le mura della residenza Paradiso e hanno acquisito alcuni documenti ritenuti utili all’attività di indagine. Per prima cosa, i Nas hanno ricostruito l’andamento dei casi di contagio. In seguito hanno acquisito le comunicazioni relative alla formazione del personale sulla gestione dell’emergenza e le fatture dei più recenti acquisti di dispositivi di protezione. Sotto la lente dei carabinieri sono finiti anche i verbali del personale dell’Ausl, tornato nella struttura dopo il primo accesso per valutare l’adempimento delle indicazioni impartite in precedenza a fronte di alcune criticità in materia di sicurezza sul luogo di lavoro.

Federico Malavasi