"I nostri figli negativi al tampone non sono potuti tornare in classe"

La protesta di alcune mamme, ieri alla materna Guarini, perché i piccoli dopo dieci giorni sono rimasti fuori. La preside Allegretta replica: "Non è arrivata nessuna comunicazione dell’Usl. Le regole vanno osservate"

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di Matteo Radogna

 

Intrappolati in una quarantena dietro l’altra. Costretti a uno slalom snervante tra le regole: ieri mattina i genitori di due bambini si sono presentati davanti alla scuola materna Guarini, in via Bellaria, e hanno chiesto di far rientrare dalla quarantena i loro figli. Entrambe le mamme avevano con sé l’esito dei tamponi molecolari effettuati il giorno prima. La quarantena era scattata dieci giorni prima, il 14 gennaio scorso, e sarebbe scaduta ieri come da normativa. La preside dell’istituto comprensivo Costa, Antonietta Allegretta, non ha acconsentito e, fuori dalla scuola, è scattata una piccola protesta. La dirigente scolastica ha sottolineato che per il rientro serve una comunicazione dell’Ausl. I genitori hanno ribadito che l’esito lo avevano in mano e che non serve una comunicazione di fine quarantena. La situazione, alla fine, non si è sbloccata, e i bimbi sono dovuti tornare a casa, con le ovvie ripercussioni sulle vite delle due famiglie.

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Nelle scuole materne le regole sono molto semplici: con un caso positivo al Covid tra i bimbi si sospendono le attività della classe per dieci giorni. La preside sottolinea di essersi attenuta alle regole: "Vorrei precisare che è il dipartimento di prevenzione a decidere le misure sanitarie. Noi presidi, dopo la comunicazione di un positivo, possiamo solo sospendere le lezioni per dieci giorni, ma la fine quarantena e le varie misure sanitarie sono in capo al dipartimento. Ieri mattina, come ho spiegato ai genitori, non era arrivata nessuno comunicazione da parte dell’Ausl e, secondo le regole, il rientro non è possibile". I genitori coinvolti difendono le loro ragioni: "A seguito della positività riscontrata di una compagna di mio figlio – si lamenta l’avvocato Elena Mantovanini – la nostra sezione della Guarini è stata chiusa per dieci giorni". Fin qui nulla di inatteso. Tuttavia "all’inizio la decorrenza della quarantena non è stata fissata – polemizza Mantovanini –, come le regole prevedono e il buon senso consiglia, dal giorno dell’ultimo contatto a rischio". In parole povere, per la madre i disagi per le famiglie si sono allungati di tre giorni.

Mantovanini spiega la protesta: "I tamponi sono stati disposti da Asl per domenica". La maggior parte con esito negativo, e così alcune famiglie ieri hanno accompagnato i bambini a scuola con la certificazione. "Eppure, il personale della scuola li ha respinti – continua la donna –, dato che la dirigente aveva mantenuto la chiusura della sezione, lasciando a casa le insegnanti. Così abbiamo chiesto spiegazioni: la preside ha insistito sul fatto che Asl non aveva ancora comunicato la fine della quarantena, inizialmente disposta fino al 24 gennaio compreso". Secondo Mantovanini c’è "un difetto di coordinamento tra le istituzioni scolastiche e l’Asl, al quale si aggiungono le interpretazioni opinabili della dirigente. Tutto questo si potrebbe evitare – conclude – con informazioni complete e con una buona iniezione di buon senso".