REDAZIONE FERRARA

"I partigiani comunisti e il sogno di realizzare il progetto sovietico"

Caro Carlino, vorrei far notare a Nicola Minarelli e ai Giovani Democratici che la lotta contro il nazifascismo fu sacrosanta, ma...

Caro Carlino,

vorrei far notare a Nicola Minarelli e ai Giovani Democratici che la lotta contro il nazifascismo fu sacrosanta, ma i comunisti rimasero in una posizione defilata dopo il patto Molotov-Ribbentrop e fino all ‘invasione dell’URSS da parte di Hitler, preferendo in quel periodo concentrare le loro critiche a Francia e Gran Bretagna, considerate nazioni borghesi e capitaliste. Poi diedero un grande contributo alla Resistenza, ma animati dal desiderio di realizzare anche in Italia un regime ispirato al modello sovietico. Osservo che le vicende della Polonia, dell’Ungheria, della Romania, della Bulgaria e delle altre nazioni dell’Europa orientale non possono far dubitare della sorte che sarebbe toccata all’Italia se fosse finita sotto il tallone dei “compagni” fedeli al Cremlino, che già durante la Resistenza approfittarono dell’occasione per anticipare i tempi e far fuori un po’ di agrari, di preti e di altri “nemici del popolo”. Adone Zoli, esponente DC nato a Cesena, presidente del Consiglio nel 1957/58, ebbe una parte importante nella Resistenza e fu anche condannato a morte per tale motivo. Con schiettezza romagnola, parlando al Senato il 23 febbraio 1954, in replica a un intervento del comunista Pietro Secchia, affermò: “Ci siamo dovuti staccare gli uni dagli altri perché siamo entrati nel movimento della Resistenza con due finalità diverse. Noi siamo entrati nel movimento della Resistenza per la libertà di tutti, voi siete entrati nel movimento della Resistenza con la intenzione, onesta, secondo il vostro punto di vista, logica, secondo la vostra convinzione, di sostituire a una dittatura un’altra dittatura”. Prima di dipingere la Resistenza come un moto unitario in cui tutti gli antifascisti andavano d’amore e d’accordo sarebbe il caso di ricordare le parole di Adone Zoli, politico sincero, ministro e capo del governo che dette lustro alla nostra Repubblica

Giorgio Fabbri

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GRAZIE DOTTOR NANNINI,

MEDICO D’ALTRI TEMPI

Caro Carlino,

esprimo tutta la mia riconoscenza al dottor Umberto Nannini che da qualche giorno ha cessato la sua funzione di medico di base sul territorio di Bondeno. Lo scelsi come medico di famiglia 36 anni fa. Da allora è stato parte integrante del mio percorso di vita e un punto di riferimento per i miei figli che affidai alle sue cure in tenera età. Schietto, attento, disponibile, la battuta sempre pronta a stemperare stati d’ansia dovuti alle mille sfaccettature che la vita a volte ci riserba. Un grande medico, un medico d’altri tempi.

Susanna Grandi