I pescatori chiedono azioni concrete "A rischio ben 1.200 posti di lavoro"

Moria nel Delta del Po, l’allarme di Francia (Cia): "Dare prospettiva al settore"

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"La siccità sta creando problemi importanti al comparto della venericoltura, servirà un confronto con la regione Emilia Romagna per mettere in campo azioni non solo sulla attuale emergenza, ma anche per dare prospettiva al settore delle vongole". Lo chiede il presidente di Cia Emilia Romagna, Stefano Francia (foto), che segnala la grande difficolta nell’area del Delta, Goro e Comacchio (la più importante a livello nazionale) in particolare dove la siccità sta causando la moria di vongole, un comparto, che in quell’area da occupazione a 1200 pescatori e produttori di vongole (dati Pescagri – Cia).

Attualmente un chilo di vongole veraci costa oltre le 15 euro all’ingrosso, che diventano 20 euro al dettaglio con un balzo del 40% rispetto al 2021, mentre i consumi calano del 50%. Pescagri, l’associazione di Cia che riunisce pescatori e allevatori di vongole, lamenta il rischio di mancati redditi per decine di milioni. Le altissime temperature di maggio e giugno insieme alla portata ridotta del Po hanno messo in crisi tutti gli operatori, gettando ombre sul futuro dell’acquacoltura. Danno anche per il settore della ristorazione, che nell’alta stagione si vede costretto a ritoccare i listini. Il primo piatto condito col mollusco più amato dagli italiani si attesta ormai sui 14 euro in media, dagli abituali 12.

Con il caldo anomalo di questi ultimi mesi si stima un 35% di molluschi morti negli specchi d’acqua stretti fra il Delta del Po e l’Adriatico, habitat ideale per la vongola verace. La morìa dei molluschi bivalvi è causata dal proliferare delle alghe a seguito di alte temperature e siccità, che determina il fenomeno delle “acque bianche”. Quando le alghe marciscono, infatti, liberano sostanze tossiche che fanno sbiancare l’acqua causando l’anossia (mancanza di ossigeno) sia per il pesce che per le vongole. Se i primi possono velocemente spostarsi, per i molluschi non c’è scampo.

Per Cia e Pescagri il comparto va, dunque, tutelato per evitare che la contrazione produttiva porti a un aumento dell’import da Grecia o Turchia, andando incontro all’85% dei consumatori italiani che ha dichiarato di preferire prodotto ittico allevato in Italia, proprio perché nessun Paese può competere con la serietà dei nostri controlli, che rendono il prodotto costantemente tracciato. Si ricorda ancora, infatti, il caso della salmonella nelle vongole importate dal Vietnam. Per fare fronte alla crisi, Cia chiede, dunque, aiuti concreti e lo stanziamento di fondi per implementare le infrastrutture idrauliche, "unica arma contro gli effetti delle annate calde e siccitose – conclude Francia - sempre più frequenti. Proteggendo con opere di sbarramento le lagune, il maggiore idro-dinamismo di questi ecosistemi aumenterebbe la loro resistenza agli scompensi del climate change".

re. fe.