I primi 90 anni di Arturo Zamorani, l’accademico che ispirò Bassani

Ieri il compleanno del docente da cui lo scrittore trasse spunto per il personaggio di Gavino Aleotti de L’Airone

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di Francesco Franchella

Da Codigoro alla Somalia, da Giorgio Bassani all’università di Padova, dall’università all’agricoltura. Dire che la vita di Arturo Zamorani, che ieri ha compiuto novant’anni, sia stata e sia tuttora movimentata, sarebbe riduttivo. È il 20 giugno 2022 (ieri per chi legge, ndr). La mattina del suo novantesimo compleanno non può stare troppo al telefono: riceve tante chiamate, ha diversi impegni. Sua moglie, Giuliana Galassi, mette in vivavoce. E a volte risponde al posto suo: "lo chiamano da questa mattina. La prima sa da dove è arrivata? Da una sua vecchia assistente di Catania". I due, sposati da 56 anni, ora stanno a Padova: "Lei è il mio bastone – dice Zamorani - e ora la sto baciando". Anche se le origini di Zamorani sono puramente ferraresi: è nato a Codigoro, il 20 giugno del 1932 e deve aver incrociato Giorgio Bassani, che ne ha fatto una figura letteraria. Zamorani, infatti, è Gavino Aleotti, colui che nell’Airone di Bassani dà assistenza "ai cacciatori fra novembre e febbraio".

In realtà, un Gavino esisteva a Codigoro, "ma non aveva sicuramente il fisico di mio marito", afferma ridendo Giuliana Galassi. Quando il protagonista, Limentani, raggiunge la Valle Nuova, ad aspettarlo c’è questo "giovane, alto, magro, bruno". La mano destra, "appoggiata alla gomma verdastra dello stivalone da valle poco più su del ginocchio" era "una mano grande, bruna, più da sportivo che da operaio, con le unghie appena sciupate e ricoperte da ciuffi di peli rossicci". È proprio il giovane Arturo Zamorani, quello che si sarebbe laureato in Scienze Agrarie con il massimo dei voti all’Università di Padova nel 1957. Le scienze agrarie che, da lì in poi, avrebbero determinato la sua vita professionale, universitaria e personale. "La mia carriera è stata vastissima – dice Zamorani – quando ho preso servizio, Cirio aveva fatto il pomodoro in scatola. Tutto il resto era da fare: sono stato docente, insegnante e ricercatore da quando Cirio aveva fatto il concentrato del pomodoro fino alla conservazione per liofilizzazione". Dopo essere stato assistente universitario alla facoltà di agraria di Padova e alla facoltà di chimica industriale a Bologna, dal 1971 al 1976 ha tenuto la direzione dell’Istituto di Industrie di Catania. Dal 1975, quindi, inizia la carriera come professore, prima straordinario, poi ordinario, alla facoltà di Agraria di Padova. Carriera chiusa nel 1995. In mezzo, la missione per conto del ministero degli esteri, nel 1985, quando trascorre un semestre universitario a Mogadiscio. Nel 1995 va in pensionamento volontario, per "fare l’agricoltore e per salvare la mia terra, ma sono rimasto in contatto con l’ambiente universitario e con le varie accademie". Di seguito se ne citano alcune: è accademico all’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere e Arti di Padova, dei Georgofili di Firenze e della delegazione di Ferrara dell’Accademia Italiana della Cucina. Lo è anche dell’Accademia della Vite e del Vino e nel 1992, a proposito di vini, ha istituito a Conegliano Veneto una scuola di enologia e viticoltura, creando il primo diploma per enologi italiani riconosciuto a livello europeo. Un passo fondamentale per una delle grandi eccellenze italiane: l’enologia. Infine, per questi e per altri meriti, l’8 aprile 2022, Arturo Zamorani ha ricevuto il diploma di accademico emerito dall’Accademia dei Georgofili, a Firenze.