"I quattro istituti si potevano salvare"

Ieri in tribunale ad Ancona si è tenuta un’udienza del processo sul crac Banca Marche. Sentito come teste, Salvatore Maccarone, presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) – come riferisce l’Unione Nazionale Consumatori – ha dichiarato che "Banca Marche alla data del 28 ottobre 2015, quindi qualche giorno prima del decreto Salvabanche, non era in stato di insolvenza e il Fondo stava lavorando con i commissari nominati da Banca d’Italia per risanarla". Ha concluso, poi, che alle quattro banche (tra cui Carife) "non potevano singolarmente essere applicate" le procedure di risoluzione. "Questa clamorosa affermazione di Maccarone solleva il velo su una vicenda che ha visto coinvolti oltre centomila risparmiatori. A questo punto è legittimo chiedersi se vi siano altre responsabilità ulteriori rispetto a quelle dei singoli amministratori delle banche oggi risolute" chiosa Corrado Canafoglia dell’Unione Nazionale Consumatori, legale di oltre tremila parti civili e responsabile nazionale Unc per le azioni giudiziali di massa. "Vogliamo sapere a che titolo sono stati mandati in tilt i risparmi di migliaia tra azionisti e obbligazionisti se la banca poteva essere salvata".