"I temi energetici non offuschino i problemi dell’agricoltura"

di Fabio Bergamini *

Il dibattito sulla transizione ecologica e l’esigenza di creare energia “pulita” ha messo in soffitta, nei fatti, i temi dell’agricoltura italiana, al più citata quando si parla dei danni dovuti alla siccità. Tutti gli altri problemi delle aziende agricole, tuttavia, sono ancora lì, sul piatto. Qualcuno si sarà accorto dell’aumento del prezzo del pane o della pizza, oppure di altri generi che finiscono nel carrello della spesa. Il rincaro delle materie prime non riguarda soltanto l’acciaio e i materiali per i cantieri. L’aumento del costo dell’energia, dei carburanti, ma anche dei fertilizzanti e dei mangimi per la zootecnia ha avuto un impatto sulle nostre vite. Le imprese agricole, dal canto loro, chiedono aiuto, liquidità, risposte. Cercano (e non trovano) manodopera per la raccolta della frutta, meccanismi più celeri per i risarcimenti dovuti ai danni per le gelate, la grandine, la siccità e i patogeni. Eppure, sentiamo parlare di terreni coltivati solo a proposito di opportunità per chi intende dedicare parte o tutta la superficie coltivata per produrre energia, in nome di una svolta “green” che, in questo momento, interessa meno di quanto si creda all’opinione pubblica, preoccupata più dalla prossima bolletta del gas che dagli strali di Greta Thunberg. Come sanno bene le organizzazioni di categoria, la produzione di energia deve accompagnarsi ad un’agricoltura di precisione e di qualità. Il consumo di suolo deve partire, innanzitutto, da quelle aree dismesse o che non sono adatte alle colture. Per capirsi, pannelli solari e coltivazioni devono svilupparsi in sinergia, sulla base delle esigenze dei territori. Il rischio vero, se questo processo non verrà accompagnato, è quello di sacrificare ulteriormente un’agricoltura di qualità, vedendoci poi invasi di prodotti coltivati fuori dai confini europei, dove ci si fa certamente meno scrupoli ad utilizzare fitofarmaci da noi banditi e dove l’uso di combustibili fossili non è un tabù. Tutto questo ci impone di riflettere sull’agenda della transizione e sull’uso di fonti energetiche, per evitare di dover cedere il passo su tutta la linea.

* consiglio regionale Lega