
Avvistamenti di ibis africani nel Ferrarese
Ferrara, 26 giugno 2025 – Sono oltre un migliaio gli ibis africani nella nostra provincia. Questo il dato fornito da Ispra, numero che fa riferimento ai periodi durante i quali si registra il picco di presenze. ‘Si tratta di un volatile che si sposta molto rapidamente. Oggi possiamo trovarci davanti una colonia di un centinaio di esemplari in una campagna, il giorno dopo potrebbero essere già spariti. In regione la loro popolazione si aggira sui 2500 esemplari e la provincia di Ferrara per il tipo di habitat è sicuramente una zona ideale per questa specie’.
Stefano Volponi, 61 anni, primo ricercatore di Ispra, ha cominciato a studiare questi uccelli molti anni fa, una trentina, periodo al quale risalgono i primi avvistamenti. Negli anni Ottanta sono stati trovati i primi nidi in Piemonte. Risale più o meno a quel periodo la prima colonia, nelle risaie di Novara, Vercelli e Pavia. ‘Adesso sono diffusi in un ampio areale, che arriva a coprire tutto il centro nord. Nella pianura padana sono ovunque’, precisa lo studioso. In Italia gli Ibis africani sono tra 20 e 25mila.

Non sono sbarcati da noi sotto l’onda del clima africano, è una credenza popolare. Gli Ibis sono invece ‘evasi’, scappati da allevamenti e zoo. In passato viveva in Egitto, dov'era venerato come una divinità, considerato la rappresentazione terrena del Dio Thot. Al giorno d'oggi è estinto in Egitto ma ampiamente diffuso in Africa sub-sahariana e Iraq sud-orientale. E’ presente in Madagascar.
‘Sono animali fuggiti dalla cattività. Erano negli zoo, parchi naturalistici, allevatori che se ne sono liberati. In questo momento l’ipotesi più accreditata è questa. Non abbiamo indicazioni scientifiche che ci facciano ritenere siano arrivati qui seguendo rotte migratorie. Certo non possiamo escludere che in una colonia ci siano esemplari arrivati da altri paesi’, precisa. Poi Volponi si sofferma sulla mappa di questo esemplare nella nostra provincia. ‘E’ chiaro _ sottolinea _ che si trova in prossimità delle risaie, ma come dicevo sono ovunque. Lungo i canali, nelle valli, nelle golene e lungo il fiume Po. E’ molto probabile che ci siano anche Ibis africani nelle fasce verdi della periferia della città di Ferrara’. Predilige ambienti umidi, dove acqua e fango abbondano. Il delta? E’ per lui un paradiso.
Ispra sta portando avanti da alcuni anni uno studio per ‘contare’ la popolazione, fare una mappa delle colonie, scoprire i comportamenti, rilevare anche se provocano danni alle altre specie. L’ibis è stato inserito nella lista degli invasivi, è una specie aliena. I comuni, le amministrazioni dovranno quindi avere gli strumenti, i dati per poi arrivare a piani di gestione e controllo. ‘In questo momento non abbiamo risultanze che attestino un impatto significativo sull’ambiente, ci sono episodi molto limitati, veramente molto limitati, della predazione delle uova di altri volatili. Gli agricoltori denunciano poi danni alle risaie, hanno trovato porzioni di riso calpestate. Ma non possiamo parlare certamente di allarme’.
Volponi si è laureato in biologia nella nostra università. ‘Ferrara è la mia seconda casa’, afferma, in giro per le campagne con il drone, per studiare dall’alto l’ambiente, tracciare una mappa dell’Ibis Sacro. ‘Mangia di tutto, è onnivoro. Gamberetti, lombrichi, anfibi se riesce a trovarne, larve di insetti. Persino carogne. Lo stomaco di ferro, adatta la dieta all’ambiente in cui vive. Durante l’inverno quando la campagna offre poco si avvicina ancora di più alle città, è stato avvistato alle rotonde, vicino ai ristoranti che lasciano magari fuori i rifiuti. E’ molto confidente, si fida dell’uomo. Un pregio, ma anche un bel rischio per lui’.