Igor, Marocco e terroristi. Ecco il piano del killer / FOTO e VIDEO

Gli inquirenti hanno ricostruito la fuga del latitante attraverso le carte di Feher

L’arresto di Norbert Feher il 15 dicembre scorso (Ansa)

L’arresto di Norbert Feher il 15 dicembre scorso (Ansa)

Ferrara, 17 giugno 2018 - Quello che emerge, dalle carte geografiche di Igor il russo, è che credeva di potercela fare. Vie secondarie, sentieri che costeggiano fiumi, percorsi alternativi per filtrare attraverso le reti della caccia all’uomo sono disegnate nelle carte geografiche. Dettagli e appunti, nomi di paesi, zone cerchiate in rosso e passaggi colorati con matite diverse. Una rete di possibilità, appoggiata sopra alla carta dell’Europa.

La guardia civil (in stretto contatto con i carabinieri) ha ridisegnato, usando le mappe del killer, la rotta della sua latitanza. Non solo il tragitto che dal Mezzano l’ha portato in Spagna ma, soprattutto, la sua meta finale: il Marocco. L’assassino del barista di Budrio Davide Fabbri (primo aprile 2017, a Budrio) e della guardia volontaria Valerio Verri (sette giorni dopo, a Trava di Portomaggiore) voleva raggiungere la costa del Nord Africa. Il come, una volta arrivato al mare, è attorcigliato in un dettaglio che sta illuminando il ruolo di Norbert Feher – alias Igor il russo – nella trama del crimine internazionale.

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Secondo un rapporto dell’Unità di droga e criminalità organizzata, Feher sarebbe appartenuto a una banda criminale dedita al traffico illegale di persone. Non solo. Feher sarebbe stato in contatto con i terroristi islamici. Particella secondaria, quindi, di una specie di Spectre internazionale fatta di pezzi grossi, canali di finanziamento e un esercito di affiliati più o meno letali. Una volta in Spagna – trapela da fonti investigative – questa banda avrebbe aiutato i terroristi a raggiungere paesi come la Francia e il Belgio.

Feher, secondo l’ipotesi investigativa, avrebbe lavorato per questo gruppo criminale tra l’autunno 2015 e il giugno 2016. Come una sorta di messaggero. Da qui, e quindi dalla sponda africana, arriva una delle possibili spiegazioni sulle carte geografiche ritrovate. Tuttavia, per confermare questo percorso, che sembra il fondamento ultimo dei dettagli forniti dalla relazione della polizia giudiziaria, servirà conoscere i dettagli della parte tecnologica. Vale a dire le informazioni estratte dai dispositivi elettronici Feher. Sulla mappa dell’Italia c’è un percorso segnato in blu da Bologna al confine francese. Prevede il passaggio di Cannes e Montpellier, fino all’arrivo in Spagna. Oltre confine ci sono due destinazioni dalla città di Albalatina. Una è Madrid, l’altra è Vinaròs, che sarebbe quella che l’assassino avrebbe usato. La freccia della sua destinazione l’avrebbe poi condotto in Marocco. Ma la mappa contempla altre due località: Teruel, dove ha freddato José Luis Iranzo, Víctor Romero e Víctor Jesús Caballero. E, infine Mirambel: dove è finita la fuga dell’assassino.