Igor il russo, Strasburgo boccia il ricorso dei figli di Verri

"Per la morte della guardia ecologica volontaria non è responsabile lo Stato"

Omicidio nel Mezzano, nel riquadro Valerio Verri, la vittima (Bp)

Omicidio nel Mezzano, nel riquadro Valerio Verri, la vittima (Bp)

Strasburgo, 20 dicembre 2019  -  La Corte europea dei diritti umani, con una decisione che è definitiva, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro lo Stato italiano dei figli di Valerio Verri, (fotola guardia ecologica volontaria uccisa l'8 aprile 2017 da Igor il Russo, alias Norbert Feher. Nel ricorso, inviato a Strasburgo il 24 agosto 2018, i figli di Verri, Francesca ed Emanuele, rappresentati dall'avvocato Fabio Anselmo, sostenevano che lo Stato italiano aveva violato il diritto alla vita del padre sotto il profilo sostanziale e procedurale.

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Secondo loro le autorità non hanno fatto tutto quello che dovevano per prevenire la tragedia perché non hanno informato il servizio di guardia ecologica del pericolo rappresentato da Norbert Feher oppure sospeso il servizio nei giorni che hanno preceduto l'omicidio. Sotto il profilo procedurale invece affermano che le indagini condotte per determinare le responsabilità di agenti dello Stato sono state inadeguate. Nella decisione La Corte di Strasburgo ha dichiarato entrambe le accuse "manifestamente infondate".

"La sentenza della Corte europea è a dir poco sorprendente". Così, in una nota, l'avvocato Fabio Anselmo, che rappresenta Francesca ed Emanuele Verri, figli di Valerio Verri. 

"Non viene contestata la nostra ricostruzione dei fatti nè viene introdotto alcun elemento di fatto in più rispetto a quelli da noi rappresentati - prosegue Anselmo -. La sentenza dice che sarebbe stata  'irragionevole e sproporzionata' la sospensione dal servizio delle 'guardie ecologiche volontarie', ammettendo così esplicitamente che ciò avrebbe evitato la morte del povero Valerio Verri".  "In buona sostanza - rimarca il legale - l'interruzione di quel servizio nella 'zona rossa' , che la Corte rileva essere particolarmente ampia con un perimetro di 40 km, non valeva la protezione della vita di Valerio Verri anche perché era provato che 'Igor il russo non aveva un bersaglio determinato'. Circostanza quest'ultima che non mi pare potesse essere per nulla tranquillizzante".