Caccia a Igor, "E' pericoloso ma non è Rambo. Il cellulare? Non l’ha usato"

Il punto sulle ricerche con il colonnello Giardina: "I complici? No comment"

Il colonnello Valerio Giardina, comandante dell’Arma di Bologna

Il colonnello Valerio Giardina, comandante dell’Arma di Bologna

Ferrara, 18 aprile 2017 - «Questa persona non è un John Rambo o un serial killer sconosciuto. Sì, è una persona pericolosa con due fatti di sangue commessi e che va trattata come tale». Nove giorni di caccia tra Marmorta e Consandolo, tra Molinella e Campotto, lambendo il confine Ravennate, ma di Norbert Feher alias Igor Vaclavic, ancora nessuna traccia. Il punto con il comandante provinciale dell’Arma di Bologna, Valerio Giardina.

Colonnello, come procedono le ricerche?

«Inutile dire che stiamo lavorando come il primo giorno. L’attività è complessa, la zona è vasta e questa persona sa muoversi molto bene».

A oggi quanti sono stati i giacigli ritrovati?

«Il numero certo non possiamo comunicarlo, ogni cosa trovata deve avere riscontri tramite il Ris».

Norbert/Igor di cosa continua a cibarsi?

«Frutti, raccolti rubati dai campi e animali domestici».

Veniamo ai possibili appoggi su cui...

«Scusi, su questo c’è l’assoluto riserbo, è inevitabile. Stiamo sentendo e abbiamo sentito alcune persone».

La storia della donna che lo starebbe aiutando?

«Questo lo escludo. Non risulta».

Avete certezze che sia ancora tra quei boschi?

«Siamo convinti che il lavoro nostro sia più che buono e crediamo molto nel suo sviluppo».

A proposito, fino a quando durerà questo spiegamento di forze?

«Il comandante generale ha ribadito che rimarremo qui fino al risultato prefissato. Non c’è un limite».

Nemmeno quello dei famosi 15 giorni?

«Non esiste termine. Dobbiamo lavorare e dare un senso della nostra presenza anche per essere vicini alla popolazione molto preoccupata».

Si è detto che Feher avrebbe spento il cellulare dopo la rapina al vigilante Securpol. Tutto vero?

«Escludo possa avere utilizzato un cellulare prima e men che meno ora. Ricordo che, nonostante i mille alias, su di lui gravava un mandato di cattura europeo per tre rapine».

E la Serbia lo cerca per un’altra rapina e per stupro, giusto?

«Confermo».

Il vigilante, il 3 aprile al Carlino, affermò che quando gli rubò la Smith&Wesson, parlava al telefono.

«Il vigilante ha fatto precise dichiarazioni al magistrato».

Colonnello, Norbert/Igor è un ex soldato serbo?

«La procura ha emesso un mandato di cattura verso Norbert Feher, il serbo. Ci sono elementi certi che ci dicono questo. Ma a noi non risulta essere un ex soldato. E non è un Rambo. Non mitizziamolo. E’ un essere umano che ha commesso due delitti gravissimi e non dimentichiamo che i carabinieri di Ferrara e Bologna sono riusciti ad individuare il responsabile in una settimana».

Dietro al furto degli otto fucili di Consandolo c’è Feher?

«Stiamo lavorando su fatti pregressi, compreso questo».

Vere o false le segnalazioni che continuate a ricevere?

«Ognuna la controlliamo. E stiamo cercando proprio questo perché è necessario creare una rete coi cittadini. Chiediamo massima collaborazione, anche su cose per loro nuove, strane, ma che per noi potrebbero diventare fondamentali».

Colonnello, lo prenderete?

«Stiamo facendo di tutto».