Il cambiamento del clima Siccità e alluvioni, la regola "Abituiamoci all’alternanza Ora c’è acqua, poi caldo record"

Il punto con Cinzia Alesssandrini (Osservatorio Arpae): "L’estate in arrivo sarà lunga". Buona disponibilità idrica, se confrontata con lo scorso anno. "Dato positivo per i fiumi".

Il cambiamento del clima  Siccità e alluvioni, la regola  "Abituiamoci all’alternanza  Ora c’è acqua, poi caldo record"

Il cambiamento del clima Siccità e alluvioni, la regola "Abituiamoci all’alternanza Ora c’è acqua, poi caldo record"

di Federico Di Bisceglie

Alluvioni e siccità. La nuova normalità del cambiamento climatico è difficile da digerire e da gestire. Eppure, d’ora in avanti, occorrerà conviverci. Un’emergenza dopo l’altra. L’Osservatorio clima di Arpae tiene costantemente monitorati i fenomeni legati ai cambiamenti climatici e alle relative conseguenze, specie alla luce degli ultimi avvenimenti drammatici che hanno coinvolto in particolare la Romagna. Il primo macro dato che emerge, dice al Carlino Cinzia Alessandrini, responsabile dell’Osservatorio, è un "forte sbilanciamento della disponibilità idrica tra i territori della nostra Regione. A Ferrara, di acqua ce n’è tanta". Ma aspettiamoci un’estate "lunga e con temperature al di sopra della media".

Alessandrini, partiamo da qui. A che cosa è dovuto lo ‘sbilanciamento’ di cui ha parlato?

"Il nostro Osservatorio conduce in maniera costante dei monitoraggi sui territori per capire la disponibilità idrica, il livello di precipitazioni e di conseguenza anche i potenziali rischi legati alla siccità o alle alluvioni. A seguito degli ultimi violenti rovesci che si sono abbattuti in Emilia-Romagna, è andato a determinarsi uno squilibrio fra i territori in termini di disponibilità idrica che ha allargato il gap tra parte occidentale e parte orientale della Regione".

Si spieghi...

"Le alluvioni degli ultimi giorni hanno coinvolto in particolare la porzione orientale del territorio regionale, che ora dispone di un quantitativo elevatissimo di acqua. Nella parte occidentale, invece – in particolare nelle province di Parma e Piacenza – la situazione idrica è invece critica. Ed ecco che la ‘forbice’ tra le due parti della Regione è andata ad allargarsi".

Ferrara, in tutto questo, come si colloca?

"Ferrara ha una buona disponibilità idrica, specie se la si raffronta a quella dello stesso periodo dello scorso anno. Dunque il dato è positivo, anche per la portata dei fiumi. Peraltro il territorio estense, specie in virtù dei recenti rovesci, sta registrando una vera e propria impennata in termini di precipitazioni. Dei dati che, francamente, era da un po’ che non si registravano".

Non ci dovrebbero essere, alla luce della situazione che ha descritto, problemi per l’agricoltura, dunque?

"No, la disponibilità idrica del territorio estense mi spingerebbe a dire che non ci saranno problemi per le irrigazioni. Tuttavia questa è una materia della quale si occupano i Consorzi di Bonifica".

In termini di precipitazioni, cosa dobbiamo aspettarci per l’estate in arrivo?

"Stando alle ultime rilevazioni effettuate dall’osservatorio, emerge che l’estate, nel Nord Italia – e dunque anche a Ferrara – avrà un livello di precipitazioni nella media stagionale. Per cui, in linea di massima, uno scenario abbastanza ‘normale’".

Lo scorso anno Ferrara è stata, nei mesi estivi, la città più calda d’Italia. Come sarà quest’anno?

"Lo dico subito: sarà un’estate calda. Senz’altro più calda della norma e forse lunga come lo scorso anno. Per ora possiamo solo azzardare delle ipotesi. Ipotesi che, tuttavia, hanno una solida componente statistica e scientifica. Peraltro, proprio per via del perdurare delle alte temperature, abbiamo notato da un po’ di tempo che anche il livello della portata dei fiumi in mesi nei quali dovrebbe essere quasi al massimo, è molto bassa. Questo la dice lunga sulla tropicalizzazione del clima".

C’è un modo per difendersi da questo repentino cambio di condizioni climatiche che generano non pochi problemi, sia che si tratti di alluvioni, sia che si tratti di siccità?

"Potrei parlarle a lungo di tutte le iniziative che si dovrebbero mettere in campo a partire dalla realizzazione degli invasi per trattenere le acque piovane, ma non è il mio campo. Posso dire pero che questa sarà la nuova normalità. Ed ecco che occorre da un lato prepararsi a gestire gli eventi di questo tipo e dall’altro impegnarsi a mitigare le temperature, abbassando le emissioni e preservando il più possibile la biodiversità".