"Il Carnevale? Sarà come tornare bambina"

L’ospite della seconda domenica di sfilate è Irene Grandi: "Preferisco le maschere buffe, spero di trarre ispirazione da questa esperienza"

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CENTO

La seconda domenica di carnevale, oggi, si aprirà eccezionalmente alle 16, a causa del caldo, ed è tutto pronto per un’altra grande giornata che vedrà le sfilate dei 5 carri allegorici e speciale guest la grintosa Irene Grandi, un’artista con oltre 25 anni di carriera e autrice di grandi successi che sanno sempre spopolare e far innamorare il pubblico. Di recente in tv nel programma di Carlo Conti "The Band", a Cento porterà la sua carica.

Irene, è la prima volta che si esibisce in un carnevale?

"Si e sono curiosa. Non mi vestirò da carnevale ma intratterrò il pubblico per 40 minuti. Mi immagino una situazione festosa, con un’atmosfera allegra, molte famiglie e bambini. Mi piace l’atmosfera del carnevale. E’ simpatica".

Qual è il suo rapporto col carnevale?

"Quando ero giovane mi piaceva molto travestirmi. Non avendolo nella mia città lo lego fino all’età dell’adolescenza. Quando ero al liceo con le amiche mi divertivo a vestirmi da carnevale, ci si faceva dei vestiti assolutamente nonsense e assurdi, realizzati spesso con le scatole perché non si aveva soldi. Ricordo che una volta mi vestii da telefono infilandomi dentro a uno scatolone e con un crocchio sulla testa come cornetta. Mi piacciono le maschere buffe. Ci si infilava nello scatolone e si inventava qualcosa da rappresentare. Un’altra volta, che evidentemente cominciavo ad entrare nel mood rock, mi vestii da rockettara. A Cento sarà un po’ come tornare indietro a quei tempi"

Qual è la canzone giusta per carnevale?

"Ho pensato a ‘In vacanza da una vita’, un pezzo che mi dà l’idea della leggerezza e spensieratezza. Accompagnata alla chitarra farò poi una carrellata dei miei successi privilegiando i miei successi come ‘La tua ragazza sempre’, ‘Prima di partire’, ‘Bruci la città’ ma anche qualcosa di più recente come ‘Finalmente io’".

Tempo fa disse che la creatività è un po’ pazzia che a volte serve per creare canzoni:potrebbe dunque trovare ispirazione da questa esperienza? "Ultimamente mi guidano pazzia, ignoto e silenzio e sarebbe bello il carnevale mi ispirasse. Nella creatività mi piace anche quando mi scappa da ridere per qualche frase, il sorridere è una cosa che mi fa pensare che la frase sia da tenere. Se crea un sorriso crea un’emozione, la follia che fa sorridere così come l’accostare immagini non usuali e non essere troppo legati alla razionalità. Magari vedendo il vostro carnevale potrebbe spuntare un’idea".

Risalire su un palco dopo la pandemia e trovare una piazza piena, che sensazione è?

"È stata dura continuare a suonare nel periodo del lockdown. Io l’ho sempre fatto. Era bello perché era un esperienza più interiore ma mancava il fatto di stare insieme e di poter cantare insieme".

Ora?

"Partirò con un nuovo tour di ‘Io in Blues’ che è una sorta di ritorno alle radici. La novità dell’estate sarà invece il debutto di uno spettacolo teatrale, Opera Rock con Stewart Copeland. Dove tra l’altro indosserò i panni di una strega".

Parlando di teatro, sarà a Cento nei giorni del decennale del sisma, dove tra le ferite aperte c’è quella del teatro ancora inagibile...

"Faccio i migliori in bocca al lupo perché il teatro è un bellissimo posto, amplificatore di emozioni, luogo dove si cresce e in cui si può anche curare delle ferite del cuore con le parole dei grandi artisti teatrali, dei drammaturghi ma anche la musica.

Laura Guerra