"Il Comune risarcisca un milione"

Una famiglia non ottiene i contributi per la casa colpita dal sisma e decide di fare causa all’amministrazione

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Dopo aver atteso 10 anni, restando nella propria casa ferita dal sisma, la famiglia Zaniboni di Vigarano ha smesso di attendere e ha fatto causa al comune chiedendo un risarcimento di 1 milione e 250 mila euro. "Pur cambiando il sindaco, non è cambiata la posizione della municipalità – dice l’avvocato Giuliano Boschetti che si occupa del caso insieme ai colleghi Andrea Montanari e Costantino Di Miceli – i Zaniboni hanno sempre cercato un punto di incontro ma anche stavolta senza successo, costringendo i Zaniboni ad intraprendere l’ennesimo contenzioso per tutelare i diritti della propria famiglia e veder definitivamente acclarata la verità giudiziale". Una storia che parte da lontano. "Subito dopo il sisma del 2012 i tecnici della protezione civile avevano classificato la casa completamente inagibile E – ripercorre – rientrando nei criteri, nel 2015 la famiglia ha presentato la domanda Mude per il finanziamento regionale ma il comune l’ha negata, a nostro parere in violazione alla legge regionale, con un riesame interno delle chiare valutazioni tecniche della protezione civile e la revoca dell’inagibilità totale. Nel 2018 è il tecnico del Tribunale di Ferrara a depositare una perizia che concorda con quanto sempre sostenuto dalla protezione civile e dai numerosi tecnici nel frattempo interessati dalla famiglia". E la decisione di prendere le vie legali, forti anche di quell’ultimo parere super partes. "Abbiamo dunque aperto due contenziosi che sono poi ora stati riuniti – spiega – nel 2021 per accertare l’illegittimità del negato finanziamento e nel 2022 per richiedere la condanna del Comune al risarcimento di tutti i danni patiti". E uguale a quella dell’ex sindaco Paron, stando a quanto riferito dall’avvocato della famiglia, pare dunque essere anche la posizione espressa dal suo successore Davide Bergamini, che ai tempi dei banchi della minoranza chiedeva a gran voce consigli straordinari e che la questione fosse risolta, preoccupato per l’impatto sul bilancio. "Nell’atto di costituzione del comune si ribadisce la valutazione tecnica, forti del parere regionale in loro favore –prosegue il legale della famiglia – e dicono che l’ente legittimato passivamente sarebbe la Regione. A nostro parere è l’opposto perché la Regione, come titolare del potere aveva delegato i comuni. L’ipotesi conciliativa è ormai lontana".

Laura Guerra