NICOLA BIANCHI
Cronaca

Il giallo del biologo ucciso. Coatti, l’ultima verità choc: "Drogato e fatto a pezzi"

Secondo gli inquirenti sudamericani sarebbe stato attirato in trappola "Agganciato su un sito di incontri". Individuati quattro componenti della banda.

Ora dopo ora, giorno dopo giorno, dalla Colombia arrivano altri agghiaccianti dettagli sulla morte del nostro connazionale, Alessandro Coatti. Attirato in una trappola da una banda organizzata e specializzata in rapine ed estorsioni, dopo essere stato adescato su un sito di incontri. Questa la pista seguita dagli inquirenti sudamericani che indagano sulla morte del biologo molecolare, classe 1986, nato a Portomaggiore ma cresciuto a Longastrino di Alfonsine, trovato cadavere a Santa Marta, città di mezzo milione di abitanti affacciata sul mar dei Caraibi in Colombia, nel dipartimento settentrionale di Magdalena. La testa, le braccia e i piedi del ricercatore laureato alla Normale di Pisa, specializzato al Max Planck Institute, e fino a qualche mese fa dipendente della Royal Society of Biology di Londra, sono stati trovati domenica 6 aprile chiusi in una valigia, nei pressi dello stadio locale, mentre altri resti sono stati rintracciati nelle ore successive altrove.

"I criminali – così il sindaco Carlos Pinedo Cuello su Facebook, offrendo più di 10mila euro (50milioni di pesos) per avere informazioni – devono sapere che qui non c’è posto per loro". Un luogo dove il valore della vita spesso è pari a zero: dal 2021 al 2022 gli omicidi in Colombia passarono da 1.778 a 2037. Il ferrarese, che il 3 agosto avrebbe compiuto 39 anni, era arrivato in Sudamerica nei mesi scorsi per lavorare prima come volontario in Ecuador e poi viaggiare verso Perù e Bolivia. In Colombia era già stato nel parco naturale di Tyrona. In particolare, all’albergo Marovi, pensione a due stelle del centro storico dove aveva preso alloggio, ricordano che Coatti aveva più volte chiesto della strada per arrivare a Minca, una località fino a qualche anno fa inaccessibile per la presenza di gruppi paramilitari, ma oggi conosciuta come un paradiso per gli amanti della natura.

I suoi spostamenti erano seguiti passo passo da mamma Sandra e papà Gabriele, grazie a Google maps e al pc della casa a Longastrino collegato con Alessandro. "Si sentivano ogni giorno", così un’amica. Ma dal 3 il buio e una doppia inchiesta aperta sul filo Colombia-Roma. Nei giorni successivi al delitto, ipotesi e piste si sono rincorse sulle pagine dei quotidiani colombiani. Dai legami del ricercatore con la criminalità locale al tragico scambio di persona, dal traffico d’organi all’azione di un gruppo paramilitare. Ipotesi ora spazzate via, come confermano fonti sudamericane. Perché Alessandro, sarebbe caduto in una trappola di una banda specializzata nel rapimento di turisti da drogare e derubare, la quale però avrebbe perso il controllo dell’operazione, finendo per ucciderlo e sezionarne il corpo per complicare le indagini. La polizia, scrive El Tiempo, uno dei maggiori quotidiani colombiani, ha localizzato anche il luogo dell’omicidio: una casa abbandonata nel quartiere San José del Pando, nel centro della capitale del distretto di Magdalena dove sono state trovate tracce di sangue ed altri indizi. Dalle indagini, inoltre, emergerebbe che il 38enne, il 4 aprile, avrebbe accettato di incontrare una persona conosciuta tramite Grindr, App di incontri molto popolare nella comunità LGBTQ. Non solo.

L’ulteriore passo avanti, sarebbe l’identificazione di quattro persone, appartenenti alla banda del massacro, tutt’ora ricercate. "L’elevata posizione economica della vittima – così una fonte giudiziaria su El Tiempo – e la sua presenza su un’app di incontri, lo hanno reso un bersaglio facile per una gang che agiva con il modus operandi: rapire, drogare e derubare". Gli investigatori ritengono, inoltre, che il cellulare di Coatti, sia in possesso di una donna.