
La prima conferma di quelle che fino a quel momento erano solo agghiaccianti (e attendibili) ipotesi arriva pochi minuti prima delle 14. Le acque profonde del bacino che bagna la Cava Sei di Settepolesini restituiscono un cadavere. A individuarlo sono stati i sommozzatori dei vigili del fuoco, che dalla mattinata di lunedì scandagliano quel lago artificiale a ridosso del cavo Napoleonico alla ricerca dei dispersi dopo la caduta di un elicottero. Il sonar restituisce segni inequivocabili. È il primo corpo che viene recuperato. Le sue generalità non sono ancora state confermate ufficialmente, anche se gli inquirenti avrebbero elementi sufficienti per stabilire la sua identità. Si tratterebbe del passeggero del velivolo, un cittadino olandese. Il corpo è stato trasportato alla medicina legale, mentre sono stati avviati tutti i contatti con l’ambasciata neerlandese per il riconoscimento e gli adempimenti del caso. Non è invece stato ancora individuato il corpo del pilota del Bell 206B JetRange, verosimilmente il proprietario del velivolo, l’imprenditore bolognese di origine egiziana Hazem Bayumi.
Le ricerche sono proseguite fino a sera, dopo un giorno e una notte di lavoro senza sosta da parte di vigili del fuoco e carabinieri. La prima traccia ‘concreta’, dopo una giornata a recuperare piccoli detriti e oggetti personali affiorati dalle acque del lago, ha fatto capolino intorno alle 23 di lunedì. Il sonar ha individuato alcuni componenti più grossi, presumibilmente delle turbine. Potrebbero essere un primo elemento dal quale partire per risalire alle cause dell’incidente e delinearne con esattezza la dinamica. Al momento, infatti, ci si basa su quanto raccontato dai lavoratori della cava che hanno riferito di aver sentito un botto e di aver visto l’elicottero in fiamme, prima che si inabissasse nel lago. Il lavoro sui rottami recuperati è iniziato già nella giornata di ieri. Alle 14 era infatti in programma (già prima del ritrovamento del cadavere) un nuovo sopralluogo del pubblico ministero Barbara Cavallo, arrivata alla cava insieme a un consulente dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv), ente che ha aperto un’inchiesta di sicurezza sull’accaduto. Nel corso del sopralluogo, durato fino a metà pomeriggio, il magistrato e il tecnico dell’Ansv hanno assistito alle ricerche e al recupero dei pezzi del Bell 206B, operazione tuttora in corso e non semplice, viste la profondità del lago e le condizioni di scarsa visibilità dell’acqua.
Subito dopo l’accaduto, la procura ha aperto un fascicolo d’inchiesta. L’ipotesi di reato è disastro colposo e al momento non ci sono indagati. Sono tante le domande a cui gli inquirenti dovranno dare risposta, a partire da quella principale: cosa è accaduto su quel velivolo decollato dal campo volo di Valsamoggia-Braglie (nel Bolognese) e atteso a Padova? Al momento le indagini si basano su schegge di lamiera e componenti semidistrutti recuperati faticosamente dall’acqua. Oltre, ovviamente, ai racconti delle persone presenti e dei testimoni che sono stati ascoltati anche nella giornata di ieri. I fotogrammi dei racconti sembrerebbero far pensare a un’esplosione o a un’incendio in volo che avrebbero fatto perdere quota all’elicottero fino a farlo inabissare nelle acque torbide del lago. Al momento, però, si viaggia nel campo di ipotesi che potranno essere confermate soltanto una volta recuperati e analizzati tutti i pezzi del velivolo. L’indagine, viste anche le difficoltà nella ricerca del relitto e nel recupero dei corpi, si annuncia lunga e complessa.
Claudia Fortini
Federico Malavasi