Il mondo classico, eredità a cento anni dalla scoperta di Spina

A cento anni dalla scoperta di Spina. Convegno ‘L’eredità del mondo classico, tra politica e sviluppo del territorio’. Due giorni di convegno per celebrare il centenario della scoperta del sito di Spina. Oggi, alle 10, al Ridotto del Teatro di Ferrara (corso Martiri della Libertà, 5) e domani al Museo Archeologico Nazionale di Ferrara, (via XX settembre, 122), la Sezione di Storia e Scienze dell’Antichità del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara, organizza un convegno dedicato all’uso del passato, nella duplice accezione del patrimonio culturale e della narrazione storica, quale fondamentale strumento di comprensione e legittimazione del presente. L’evento è inserito nel programma ufficiale del ministero per la Cultura per la celebrazione del centenario della scoperta di Spina e organizzato in collaborazione con il Comune di Ferrara e con numerosi altri enti culturali, nazionali e locali. Nel corso della prima giornata si terrà un dibattito dell’uso che, in diverse epoche storiche del nostro paese, si è fatto della storia e della cultura romana, greca ed etrusca, a partire dalla relazione introduttiva svolta dal professor Andrea Giardina della Scuola normale Superiore di Pisa. Nella sessione del pomeriggio, aperta dal professor Lorenzo Braccesi dell’Università di Padova, ci si concentrerà invece sul mito del mondo etrusco, colto nelle sue rappresentazioni letterarie, artistiche e storico-politiche, per poi riflettere, sulla scia dell’intervento iniziale della Professoressa Paola Salvatori della Scuola Normale Superiore di Pisa, sulle forme di monumentalizzazione adottate per accogliere i reperti di Spina a Ferrara. Domani il dibattito si concentrerà sull’attualità del rapporto tra il passato e presente di Spina, tra Comacchio e Ferrara, che segue la relazione introduttiva della dottoressa Paola Desantis, già direttrice del museo. A presiedere la due giorni di convegno saranno il professor Andrea Baravelli, la professoressa Rachele Dubbini, il professor Sandro Bertelli e il professor Stefano Bruni del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.