Il neo presidente nazionale giovani Confcommercio, parla Musacci: "A Roma ma con Ferrara nel cuore"

L’imprenditore eletto per acclamazione. Con Felloni (Federmoda) è il secondo ferrarese ai vertici della confederazione

Il neo presidente nazionale giovani  Confcommercio, parla Musacci:  "A Roma ma con Ferrara nel cuore"

Il neo presidente nazionale giovani Confcommercio, parla Musacci: "A Roma ma con Ferrara nel cuore"

di Federico

Di Bisceglie

Matteo Musacci, imprenditore ferrarese, titolare del locale ‘Apelle’ è stato nominato presidente nazionale dei giovani imprenditori di Confcommercio. Se l’aspettava?

"Se mi avesse fatto questa domanda anche solo un anno fa le avrei risposto di no. Diciamo però che, da qualche mese, ho lavorato affinché questo risultato si concretizzasse. E’ successo un po’ come durante la Prima Repubblica: sono stato eletto per acclamazione arrivando a convogliare tutte le preferenze su di me, come unico candidato".

Il suo trascorso all’interno dell’associazione parte da lontano.

"Ho iniziato a muovere i primi passi all’interno di Confcommercio giovani una decina d’anni fa. Da allora ho cercato di lavorare per creare una rete di rapporti personali, oltre che istituzionali. In questo modo ho gettato le basi per rafforzare la mia posizione all’interno dell’organizzazione cercando il più possibile di tutelare gli interessi dei giovani imprenditori".

Ecco, arriviamo all’attività politico-sindacale. Quali sono i temi sul tavolo?

"In generale tutti quelli che riguardano commercio, turismo e servizi in particolare per le attività condotte da imprenditori under 40. Il mercato del lavoro in questi anni è cambiato piuttosto radicalmente. Sono nati nuovi mestieri, portati avanti per lo più dai ragazzi ai quali dobbiamo dare risposte. Così come abbiamo assistito in alcuni casi a un ritorno ad antiche professioni: giovani macellai, piuttosto che fornai. A tutti loro ci dobbiamo rivolgere".

In che modo tradurre in pratica questa enunciazione di principi?

"Innanzitutto ripartendo dai fondamentali, spiegando ai giovani l’importanza dei corpi intermedi in un mondo sempre più votato alla disintermediazione. La politica sindacale si imposta a partire dai territori, ed è su quelli che devo puntare. Non solo. Benché in Italia il termine ‘lobby’ assuma comunemente un’accezione negativa, erroneamente, è mia intenzione lavorare a un ‘vivaio’ di persone che siano in grado di portare avanti gli interessi dei nostri associati. Vecchi e nuovi. E le risorse di questo vivaio verranno attinte e coltivate nei territori".

I rappresentanti degli imprenditori a ‘scuola’ di politica sindacale.

"Un po’ come funzionava con le scuole di partito. Più o meno il principio è quello. D’altra parte, come ho ricordato anche nella mia relazione di insediamento, anche io ho iniziato dalle base, chiedendo ai commercianti l’obolo per le luminarie natalizie oppure discutendo con il Comune un piano di viabilità per questo o quell’altro evento. In questo, devo dire, ho avuto un grande insegnamento che mi è stato impartito da Giulio Felloni, presidente Federmoda".

In questo momento l’associazione esprime due vertici a livello nazionale. Lei e, appunto, Felloni. Si può dire che al di là degli impegni romani ci sarà un’attenzione particolare al territorio?

"Senz’altro il fatto che due ferraresi ricoprano posizioni di primo piano all’interno delle articolazioni di Confcommercio è indice di un grande impegno e di una grande vivacità del nostro territorio. Detto questo, l’occhio di riguardo al nostro territorio sarà sempre garantito. Ferrara è al primo posto, comunque".