
Per il fantino sardo, detto Tremendo, si tratta del sesto drappo di San Giorgio (e il quarto consecutivo). Per la contrada gialloblu è il 16esimo successo. La gara è iniziata dopo mezzanotte e dopo tre false partenze .
L’animo diviso degli interisti di Borgo San Giacomo, la festa delle ore piccole, qualche tensione a bordo pista. E anche quest’anno, si parte ben oltre la mezzanotte. Da qualche edizione, il Palio di Ferrara si è assestato su queste costanti, ormai dei classici. Come classico sta diventando il colpo d’occhio di Piazza Ariostea illuminata, a tarda serata, e circondata da fiumi di pubblico, in prossimità della corsa dei cavalli che assegna il Palio aureo di San Giorgio: per l’appunto, se l’è aggiudicato la contrada gialla e blu, Borgo San Giacomo. Il fantino è ormai una certezza: chi ce l’ha, vince. È Francesco Caria detto Tremendo, natio nel sud della Sardegna, a cavallo del berbero Dididomodossola (inutile rileggere, il nome del cavallo è proprio quello). Per Caria è il sesto Palio di San Giorgio e il quarto consecutivo, tre dei quali (nel 2022, nel 2023 e quest’anno nel 2025) per San Giacomo e quello dell’anno scorso per San Giovanni. Da bordopista la competizione si assapora meglio. E si annotano meglio anche i tradizionali malumori. Diversi presidenti di contrada, per esempio, hanno lamentato un errore nella modalità di sorteggio delle posizioni al canapo, ovverosia con i cavalli che non erano ancora scesi in pista (di solito, si sorteggia mentre i cavalli sono in pista). Ad ogni modo, queste l’ordine sorteggiato: San Paolo, San Giovanni, San Giacomo, San Giorgio, Santo Spirito, San Benedetto, Santa Maria in Vado. Di rincorsa, San Luca. Ordine quasi mai rispettato, ma l’importante è che il mossiere, Davide Busatti, non ravvisi irregolarità nella partenza. Per arrivare a tale condizione, trascorre più di un’ora, dove cavalli e fantini fanno il classico dentro-fuori la mossa, con diverse false partenze. San Paolo non si inserisce in prima posizione, San Giovanni prende il suo posto e di lì non si sposta. San Giacomo fa in modo che gli altri rompano le righe mentre Santo Spirito non si allinea, scrutando da dietro la situazione, con gli occhialini alzati. Il mossiere attende (forse un po’ troppo?) per dare le prime ammonizioni. La prima falsa partenza si ha intorno alle ore 23:20. Solo alle 23:27 si rientra nella mossa. Ma la situazione cambia di pochissimo. I fantini si scrutano, tentano di capire la strategia migliore. È un processo lungo. Il mossiere li fa uscire tutti di nuovo, per evitare una falsa partenza. Da un primo sguardo sembra quasi che Santo Spirito cerchi uno spiraglio per giocarsela, mentre San Luca, di rincorsa, scalda il cavallo, con l’intenzione di stupire. All’ennesima volta in cui li deve cacciare fuori, per richiamarli nella mossa, il mossiere fa partire le prime ammonizioni: San Giacomo e quindi San Giorgio ammoniti. A bordo pista, i presidenti di contrada non ci stanno e parte la contestazione, con richiesta di riunione immediata. Non concessa. Alla terza falsa partenza, il clima è rovente: la quarta è buona. Con sorpresa di tutti (persino del fantino), San Giovanni prende la testa della gara e ci si mantiene stabilmente, giocandosela all’inizio con San Luca, che dopo un po’ tira i remi in barca. Dietro, San Giorgio e San Benedetto. Nelle ultime posizioni, Santo Spirito e San Giacomo, che pare troppo lontano per poterla vincere. Ma il Palio è anche questo: all’ultimo giro, con il pubblico ancora stupito dalla prestazione di San Giovanni, Santo Spirito e San Giacomo passano esterni e si riportano alle spalle della contrada in testa. Ce la si gioca tutta sull’ultimo rettilineo: San Giovanni da un lato, Santo Spirito al centro, San Giacomo dall’altro lato. Dei tre, l’unico che non molla fino alla fine è proprio San Giacomo. Caria sprona Dididomodossola, supera gli avversari e, di pochissimo, vince il Palio di San Giorgio. Dall’ultima posizione, alla prima.