"Paradossalmente ci dobbiamo difendere dai nostri amministratori: vorrebbero cementificare il parco Melvin Jones, costruendoci sopra un asilo nido". La contestazione non riguarda la materna, che sarà costruita sempre nel parco Melvin Jones, ma dalla parte opposta, ora sgombra da edifici. Lo ha detto chiaro e tondo ieri sera Maria Pia Milandri, portavoce del comitato che si è costituito spontaneamente "per evitare uno scempio ambientale e un disagio ai tanti argentani di tutte le età che ogni giorno frequentano il parco". Per dire no al progetto ieri sera c’è stata un’affollata assemblea proprio nel parco; contestualmente è partita una petizione, che ha raggiunto in poco tempo decine di firme, ma i protestatari vorrebbero arrivare ad almeno cinquecento. Era stato invitato anche il sindaco Andrea Baldini, che ha dovuto declinare l’invito perché era invitato in Romagna al cospetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella quale rappresentante di un comune alluvionato. Tra il pubblico il coordinatore di Fdi Nicola Fanini e il consigliere comunale della Lega Egidio Stirpe. Era stato invitato anche il vicesindaco con delega all’Ambiente e ai Lavori Pubblici Sauro Borea, ma anche lui pare avesse precedenti impegni.
"Il 9 maggio – riprende Milandri – in Commissione del Territorio, dove sono elencati tutti i progetti fino al 2025, è stato inserito quello per la costruzione del nido sul parco attrezzato, progetto che era già stato vagliato e approvato dalla giunta. Il 12 incontriamo il sindaco e il vicesindaco e ci viene detto che l’amministrazione ha presentato domanda al Governo per i fondi del Pnrr relativi alla costruzione del nido, con la conseguenza del rispetto di tempi e regole per ottenere il sovvenzionamento". I residenti non sono d’accordo e intendono ingaggiare una battaglia democratica per far cambiare idea, come era successo per la precedente area individuata, nel parco Cobianchi. Il Comitato ha messo sul tavolo due alternative: l’ex Ufficio di collocamento, che già ospitava una scuola d’infanzia, oppure vicino alla palestra della primaria. "I nostri amministratori – tira le conclusioni Mara Banzi – hanno agito senza tenere conto delle nostre esigenze e di quelle della salute pubblica, quindi ci troviamo nella condizione di difenderci dal loro operato anziché sentirci tutelati".