Il Po riprende fiato ma soffre ancora: "Bisogna avviare il ’piano laghetti’"

Vincenzi, presidente Anbi: "Le ultime precipitazioni regalano bilanci idrici positivi in Emilia Romagna ma è necessario programmare il futuro attuando concretamente un piano di invasi medio-piccoli".

Le ultime piogge di questa estate regalano bilanci idrici positivi in particolare in Emilia-Romagna. Ciò ha favorito una ripresa dei valori di portata del fiume Po, che però permane quasi ovunque sotto media, pur migliorando rispetto alle performance del recente biennio. Rimane deficitario per oltre il 22% a Piacenza fino a sfiorare il 30% a Pontelagoscuro. I dati, e le prospettive future, a volte impietose, sono stati dimostrati ieri durante la presentazione dell’osservatorio delle risorse idriche nazionali da parte di Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche durante Remtech 2023 dal meteorologo Alessandro Bruscagin e dal presidente di Anbi, Francesco Vincenzi. "Senza metodi efficaci per tutelare i nostri approvvigionamenti rischiamo di rimpiangere a breve questa abbondanza di piogge - h detto Vincenzi -. È necessario programmare un futuro idrico che, avviando concretamente un piano di invasi medio-piccoli, multifunzionali ed ecocompatibili, eviti il ripetersi i continui stati d’emergenza; i progetti ci sono". Il riferimento è al ‘Piano Laghetti’, elaborato dal gruppo insieme a Coldiretti, che prevede la realizzazione sul territorio di invasi per la raccolta dell’acqua pluviale, da usare in agricoltura o per altri usi. "Non è automatico che le recenti precipitazioni contribuiranno a risolvere l’insufficienza idrica che si è sovrapposta negli anni, e lo si potrà vedere solo nelle prossime settimane – precisa Vincenzi -. Si sta riproponendo la situazione del 2022 dove le piogge degli ultimi mesi non hanno compensato la mancanza dei primi mesi dell’anno. L’anno scorso una primavera piovosa non è bastata per invertire la tendenza - ha sottolineato il presidente - dopo l’inverno più arido da 70 anni. Quando le piogge hanno esaurito i benefici sul clima, le anomalie di temperatura sono diventate più acute, con le conseguenze che ancora si riverberano sulla scarsità di risorsa idrica". Nel frattempo i consorzi di Bonifica non si sono fermati nella programmazione e, come ha spiegato Vincenzi, solo in Emilia Romagna sono già stati ammessi a finanziamento con fondi PNRR progetti per circa 390milioni di euro di cui quasi il 70% in provincia di Ferrara sommando gli interventi dei vari consorzi che operano all’interno della provincia per una migliore gestione delle risorse idriche e per la costruzione di infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell’approvvigionamento idrico. In Emilia-Romagna, soprattutto a causa delle disastrose alluvioni di Maggio, il bilancio idrico è tornato largamente positivo, fortemente condizionato dal +230,2% del solo mese di maggio. Degli otto mesi da Gennaio ad Agosto, quattro hanno segno positivo (Gennaio, Maggio, Giugno ed Agosto), mentre gli altri registrano un deficit (il più accentuato ad Aprile: -66,2%). Grandi però sono le differenze da zona a zona: il territorio più bagnato è la pianura ferrarese dal Po al Reno dove, dopo quasi tre anni di estrema siccità e dopo un 2022, in cui solo 55 giorni sono stati piovosi, l’anno idrologico 2022-2023 ha registrato il valore di "cumulata" (mm.722,6) maggiore dei recenti nove anni; ovviamente i primi 18 giorni di Maggio hanno fortemente condizionato tale risultato (+mm.232).

Lauro Casoni