Il prezzo del pane vola alle stelle "Siamo schiacciati dalle bollette"

I panificatori alle prese con il caro energia che si va ad aggiungere agli aumenti delle materie prime. Ma c’è chi non si arrende e prova la mossa a sorpresa: "Partiremo subito con panettoni e pampapati"

Migration

di Matteo Radogna

Dacci oggi il nostro... rincaro quotidiano. Già, la spesa è sempre più cara e anche il costo del pane lievita in tutta Italia. A Ferrara dove la ‘coppia’ è un vero e proprio simbolo, al quale nessuno vuole rinunciare, si registrano, secondo i dati statistici, tariffe da capogiro fra le più alte del Paese. Si parla, infatti, di 9,8 euro al chilo. Pensare, quindi, di aumentare i prezzi, è l’ultimo dei rimedi dei panificatori; anzi c’è chi accetta margini di guadagno quasi inesistenti, pur di non perdere la clientela. Gli esempi di chi fra i panificatori è costretto a fare i conti con il caro bollette, non mancano: "Nel settembre 2021 la bolletta della luce riportava la cifra di 2.900 euro – sbotta Massimo Cappelli dello storico forno nel cuore della città -. Adesso ne è arrivata una da 9.700 euro. Non solo. Il gas, nello stesso periodo, è passato da 600 a 1.800 euro. Così, dopo l’estate, sono stato costretto ad aumentare i prezzi di un cinque per cento. In questi giorni, sono stato costretto a ritoccare di un altro cinque per cento. Non volevo abbassare la qualità del prodotto".

E aggiunge: "Abbiamo quindici persone tutte a libro paga – continua Cappelli –. La nostra è una piccola azienda e il caro energia ci ha costretto a prendere delle contromisure". Come se non bastasse, l’altra sera, ha subito un furto: "Il ladro, per fortuna, è stato scoperto dal titolare di un’attività nelle vicinanze ed è scappato a mani vuote", racconta Cappelli. Da una piccola azienda a una grande realtà come la ’Bottega del pane’ di Matteo Musacci, imprenditore e vicepresidente provinciale vicario di Ascom Confcommercio Ferrara oltre che presidente provinciale di Fipe Confcommercio: "Per ora non prevedo aumenti nei miei dieci punti vendita, ma i costi sono aumentati in modo esorbitante. Ho scelto di accettare una marginalità inferiore per quanto riguarda i ricavi, ma non so quanto potremo resistere. I primi aumenti che abbiamo subito sono stati quelli delle materie prime: la farina, ad esempio, da 30 euro al quintale è passata a 70. Alcuni fornitori locali, inizialmente, non avevano aumentato i prezzi, ma poi è arrivato il caro energia e anche loro hanno dovuto modificare i listini. Sui tavoli locali e nazionali stiamo lottando come associazione affinché il Governo e l’Europa intervengano".

Anche Giulio Pedriali si lamenta: "Rincari insostenibili che ci hanno costretto a piccoli aumenti. In ogni caso, non gettiamo la spugna: stiamo pensando a una mossa a sorpresa. Anticiperemo la produzione di panettone e pampapato anche se Natale è ancora lontano. Le mandorle, uno degli ingredienti, non sono aumentate e, quindi, proviamo questa strada per aumentare le vendite". Nella sua bottega storica Filippo Evangelisti aspetta i clienti e invoca lo sciopero generale: "Dovremmo aderire tutti a un’iniziativa di questo tipo. La situazione è assurda: un artigiano è costretto chiudere per andare avanti. Le bollette? il gas da 800 euro è passato a 3.300. L’energia elettrica, invece, da 400 a 2.400 euro. Aumenti da far tremare i polsi a chiunque". Già, senza interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole dei ferraresi.