Il ‘re’ sapeva di essere braccato Preso mentre cercava di scappare

Al momento del blitz, il boss dj si trovava a Verona dove doveva esibirsi a una festa di battesimo.. Fermato dalla polizia alla stazione mentre aspettava il treno. Interrogati i primi arrestati: scena muta

di Federico Malavasi

Scacco al re. Dopo una giornata di ricerche è finito nella rete della polizia di Stato anche Emmanuel Okenwa, alias Boogye, il dj afro-beat ritenuto uno dei massimi esponenti del clan mafioso nigeriano Vikings Arobaga. L’uomo, figura di spicco della sezione ferrarese del gruppo e con un ruolo di coordinamento e controllo anche sulle ramificazioni venete della ‘piovra nera’, è stato arrestato dagli uomini della squadra mobile mercoledì sera alla stazione di Verona Porta Vescovo. Era uno dei pochi che mancavano all’appello dopo il blitz di mercoledì mattina, attraverso il quale la polizia ha dato esecuzione a 31 ordinanze di custodia cautelare in carcere (solo per il filone di inchiesta emiliano) a carico di altrettanti esponenti dell’associazione a delinquere di stampo mafioso dedita principalmente allo spaccio di droga e che aveva uno dei suoi centri nevralgici proprio nella nostra città.

All’alba dell’altro ieri, quando gli uomini della Mobile hanno bussato alla porta dell’appartamento che condivide con la fidanzata italiana in zona Foro Boario, Boogye non era in casa. Le successive indagini hanno portato i poliziotti nella città scaligera, dove Okenwa si trovava ospite da amici musicisti, dei quali era il manager. Il 50enne nigeriano era a Verona in attesa di esibirsi come deejay e cantante a una festa di battesimo in programma per domenica. Individuata la zona in cui alloggiava, gli agenti hanno effettuato un lungo appostamento fino a quando non lo hanno intercettato alla stazione di Verona Porta Nuova. Non hanno però fatto in tempo a catturarlo, perdendolo nel via vai dei viaggiatori. L’intoppo non ha scoraggiato gli uomini della Mobile che, poco dopo, lo hanno ritrovato alla stazione Porta Vescovo. Era seduto su una panchina con il volto coperto dalla mascherina e da un berretto. Gli agenti lo hanno chiamato e lui ha alzato la testa verso di loro, capendo di essere in trappola. Ai poliziotti ha riferito di aver saputo di essere ricercato e di essere in attesa di un treno per tornare a Ferrara. Il latitante non aveva però alcuna intenzione di consegnarsi. Voleva soltanto prendere qualche soldo e alcuni effetti personali per poi far perdere definitivamente le proprie tracce. Il suo tentativo di darsi alla macchia si è però concluso in una cella del carcere di Verona.

Nel frattempo, ieri mattina sono iniziati gli interrogatori degli altri arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Signal’. Davanti al gip Carlo Negri sono sfilati Shaka Abubakar detto Chako (coordinatore della piazza di Ferrara fortemente voluto da Boogye dopo l’arresto di Anthony ‘Ubeba’ Odianose, capo del commando che, in via Olimpia Morata, tentò di ammazzare a colpi di machete Stephen Oboh, esponente di spicco del clan rivale degli Eiye), Glory Egbogun detto Omomo, altro membro della ‘banda del machete’, e Jonah Omon, ritenuto dagli inquirenti uno dei corrieri della droga. Tutti quanti hanno fatto scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere.