"Il ricordo di Mattei, lo sviluppo energetico e la politica dei ‘no’"

Caro Carlino,

ricorre il 60esimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un patriota e un manager di Stato lungimirante che per primo, sul finire della guerra, comprese l’ importanza strategica dell’ energia per la crescita, lo sviluppo e il benessere della nazione. Il Carlino ne ha onorato la memoria. Con la crisi energetica in atto fa molta tristezza (e rabbia) constatare che il nostro Paese pur avendo grandi scienziati come Enrico Fermi, padre dell’ energia nucleare, sia costretta ad acquistare a caro prezzo il nucleare dalla Francia, e che altresì pur avendo un pioniere dell’ energia come Mattei che fondò l’Eni nel 1953 e che trovò il metano in mezza Italia a cominciare dalla pianura Padana, sia costretta dalla politica dei ‘no’ a dipendere drammaticamente da altri Paesi. Ma è sconcertante constatare che la politica dei ‘no’ abbia avuto il sopravvento in una Regione come l’ Emilia Romagna che, per tradizione industriale e cultura storica secolare, avrebbe dovuto fare da stimolo e da volano allo sviluppo energetico per tutto il Paese.

Brandina Barboni

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Caro Carlino,

la vittoria del centrodestra è stata, secondo la mia lettura, la vittoria del sentimento popolare,su un problema delicato e grave come quello della famiglia. Una affermazione pura e semplice della volontà non politica ma morale e sociale della gente che, nonostante l’incongruenza di certa politica decadente e antiliberale, ha scelto democraticamente il proprio governo, dimostrando liberamente che il popolo rimane sovrano. È ovvio che nessuno in salute mentale può trarre conclusioni negative sia politiche che economiche senza prima aver giudicato l’operato. È naturale che la fisionomia del fatto nuovo possa infastidire tutti coloro la cui mentalità resta vincolata a quei pregiudizi ideologici che per tanti anni si sono bloccati contro una più liberale posizione di privilegio decisionale senza coercizioni di scelta. Il dissidio tra maggioranza e opposizione deve essere vagliato in base ai fatti e non a considerazioni vagheggianti di qualsiasi specie. Quello che la sinistra ha saputo fare in tanti anni di governo, pur essendo minoranza nel Paese, lo abbiamo purtroppo sperimentato a nostre spese. Ora bisogna mettersi a livello degli avvenimenti e non su pregiudizi di forma. Il popolo italiano ha la volontà di essere protagonista e lancia un suo appello oltre le ideologie che hanno fino ad oggi immobilizzato una ripresa virtuosa.

Gian Pietro Fogli