
Oggi alle 10,30 scocca sui moli la protesta delle marinerie di Goro e Porto Garibaldi "Necessario fare lavori di scavo, così non riusciamo più ad uscire con i pescherecci".
Torneranno a suonare nei porti di Goro e Porto Garibaldi le sirene dei pescatori, sirene di protesta. "Siamo stanchi di rischiare ogni volta che torniamo nei porti di perdere la barca per quelle secche che si sono formate ormai da tempo all’imbocco del molo. I fondali sono insabbiati, un problema che si ripete in modo ciclico. Non possiamo lavorare in queste condizioni, il pericolo è quello di andare a finire contro le secche, di restare insabbiati", è contenuto nelle parole di un pescatore di Goro, esasperato, il manifesto della mobilitazione.
Torneranno a suonare sulle banchine le sirene oggi, allo scoccare delle 10,30. Oggi come alcuni mesi fa quanto quel suono fu un inchino al Papa, a Francesco nel giorno del suo funerale. Adesso sarà invece un richiamo alla mobilitazione, un suono per chiedere alla fine di essere ascoltati. Sul porto con i pescatori ci saranno Fausto Gianella, presidente della cooperativa ittica La vela, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, e il senatore del partito di Giorgia Meloni Alberto Balboni. Un modo per far sentire la vicinanza ad un settore che ormai da anni naviga tra le secche, uno slalom tra le regole capestro dell’Europa, il caro-carburanti, le follie del meteo che lasciano magari sempre più vuote le reti. Un settore che a Goro e Comacchio sta pagando a caro prezzo l’invasione del granchio blu che ha azzerato la produzione, costretto gli allevatori di vongole a virare verso altri prodotti, nuovi mercati, nuovi imprenditori che stanno aprendo fabbriche per cercare di sfruttare quel mare di corazze e tenaglie che ogni mattina esce dalle onde. Oggi un nuovo, amaro segnale, un appello a non dimenticare una categoria che rappresenta un fonte di reddito per migliaia di famiglie. Ore 10,30 per un minuto dalle banchine il suono delle sirene a rompere il silenzio. "Sarà un richiamo nelle orecchie della Regione, è necessario che si procede una volta per tutta con lavori strutturali per liberare i canali d’uscita dei porti, per intervenire sui fondali. Prendere la rotta del mare in quelle bocche che sono sempre più insabbiate è un pericolo", precisa Gianella.